lunedì 24 giugno 2024
Il campo largo (nelle sue diverse varianti), passa a Firenze, Bari, Perugia e Potenza. Il centrodestra di consola con Lecce, Rovigo e Caltanissetta
Lo spoglio elettorale a Bari

Lo spoglio elettorale a Bari - Fotogramma

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I ballotaggi per le amministrative sorridono al centrosinistra, che vince nei cinque capoluoghi di regione ancora in lizza dopo aver preso Cagliari al primo turno. Prove muscolari a Firenze, a Potenza e soprattutto a Bari, dove il campo largo, nonostante le inchieste e i dissidi interni, sfonda la soglia del 70%. Successo netto anche a Perugia, dopo un primo round terminato al fotofinish, e a Campobasso. Mentre la coalizione di maggioranza può consolarsi con Lecce, Rovigo e Caltanissetta, tutte e tre strappate agli avversari. Considerando anche il voto dell’8 e 9 giugno, il fronte progressista (nelle sue diverse varianti) amministrerà 17 capoluoghi di provincia contro i 10 del centrodestra (2 saranno guidati da civici). Meglio della tornata precedente, finita 13 a 12, soprattutto perché in 5 casi governavano gli altri. Il dato negativo (per tutti) è ancora quello dell’affluenza, che cala drasticamente rispetto al primo turno e segna il 47,71% contro il 62,83% di 15 giorni fa. Sconfortante in questo senso la performance di Bari, dove vota solo il 37,5% degli aventi diritto.

L’exploit del centrosinistra si misura soprattutto nel capoluogo pugliese. Non solo per il distacco imposto all’avversario da Vito Leccese, che incassa il 70,27% dei voti contro il 29,73% di Fabio Romito. Ma anche perché il neo eletto sindaco è espressione diretta di Antonio Decaro, di cui è stato capo di gabinetto in Comune. Dopo il pieno di preferenze alle Europee, l’ex primo cittadino offre un’ulteriore dimostrazione che le inchieste giudiziarie in Puglia non hanno scalfito in alcun modo il suo appeal. Mentre il campo largo esce indenne dagli screzi in Regione e dall’addio dei pentastellati alla giunta Emiliano. Segno che quando serve è in grado di ricompattarsi e fare risultato.

Altrettanto dolce la partita di Firenze, un sogno accarezzato dal centrodestra ma infranto dalla realtà dei fatti. La roccaforte resta inespugnata e Sara Funaro, con l’appoggio in dissenso da Matteo Renzi della candidata Iv Stefania Saccardi, stacca di oltre 20 punti Eike Schmidt (60,56% -39,44%). Un’altra donna, la prima a diventare sindaco di Perugia, regala l’emozione più forte. Dopo un esito piuttosto incerto al primo turno, Vittoria Ferdinandi ottiene il 52,12% dei voti (campo larghissimo stavolta), mentre Margherita Scoccia non va oltre il 47,88%. Un ottimo viatico per le regionali di ottobre e un altro fortino storico riconquistato.

Infografici

Il ballottaggio rinsalda l’asse progressista anche a Potenza, dove la coalizione, ricostruita al secondo turno, riesce a ribaltare l'iniziale svantaggio. Vincenzo Telesca ottiene l’appoggio del candidato del M5s, Pietro Smaldone, e di Francesco Giuzio di Basilicata Possibile e passa con un largo vantaggio (il 64,92% contro il 35,08% di Francesco Fanelli). Il capoluogo lucano torna al centrosinistra dopo 10 anni, ma resta l’amaro in bocca per l’occasione persa alle regionali di aprile.

Dalla parte opposta il risultato più prezioso è quello di Lecce, dove Adriana Poli Bortone è sindaca per la terza volta dopo due mandati dal 1998 al 2007. L’ex ministra centra l’obiettivo in un testa a testa piuttosto tirato, ottenendo il 50,69% delle preferenze contro il 49,31% di Carlo Maria Salvemini, sindaco uscente, appoggiato dalla versione più ampia dell’alleanza d’opposizione. È l’esito a cui si aggrappa la maggioranza per rivendicare l’onore delle armi e nella consapevolezza di aver strappato il successo nonostante la compattezza del fronte avversario. Anche le Marche regalano una certa soddisfazione, con l’en plein dei tre comuni al voto. A Urbino la vittoria più importante, con la conferma del sindaco uscente Maurizio Gambini, al terzo mandato. Ma ci sono anche Osimo e Recanati, entrambi guidati fino a ieri dal centrosinistra. Completano il bottino Rovigo, con il bel successo di Valeria Cittadin (58,15% contro il 41,15% di Edoardo Gaffeo), e Caltanissetta, strappata ai 5 stelle da Walter Tesauro.

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