martedì 27 febbraio 2024
Niente contributi per 2 anni per chi assume badanti di anziani non autosufficienti ultraottantenni con Isee fino a 6mila euro. Assindatcolf: misura da estendere
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. - Ansa

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Niente contributi per 2 anni per chi assume badanti di anziani non autosufficienti ultraottantenni.

Lo prevede, fra le altre cose, il decreto legge sul Pnrr approvato ieri dal Consiglio dei ministri. La norma stabilisce che ad averne diritto sono i datori di lavoro con Isee non superiore a 6.000 euro e fissa a 3.000 euro l'anno il tetto complessivo della decontribuzione.

«Al fine di promuovere il miglioramento del livello qualitativo e quantitativo delle prestazioni di lavoro, di cura e di assistenza in favore delle persone anziane non autosufficienti - è scritto nel testo -, a decorrere dal 1 aprile 2024 e fino al 31 dicembre 2025, in caso di assunzioni o trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a soggetti anziani, con una età anagrafica di almeno ottanta anni, già titolari di indennità di accompagnamento, è riconosciuto per un periodo massimo di 24 mesi un esonero dal versamento del 100 per cento dei complessivi contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di lavoro domestico, nel limite massimo di importo di 3.000 euro su base annua».

La misura era stata pensata soprattutto come strumento per la lotta al sommerso che interessa oltre la metà dei lavoratori domestici e per questo inserita nel Piano nazionale per la lotta al lavoro irregolare, previsto come impegno dal Pnrr. La limitazione delle soglie Isee, però, rischia di ridurne moltissimo la portata e deve essere ben chiarito se a poter usufruire del beneficio sono anche i figli o parenti dell'anziano ultra80enne che fungono da datori di lavoro della badante, non assunta direttamente dall'anziano.

«Con questa decisione il Governo inizia un percorso di sostegno alle famiglie ed in favore dell’emersione del sommerso. Una strada che, tuttavia, per essere davvero incisiva dovrebbe essere percorsa con maggiore determinazione, estendendo la misura ad una platea più ampia di beneficiari e facendola diventare strutturale», commenta Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico. «Secondo i nostri calcoli – prosegue Zini – con un esonero fino a 3mila euro l’anno si riuscirebbe a coprire quasi l’intero ammontare che un datore di lavoro domestico è tenuto a versare alla badante assunta a tempo pieno ed in regime di convivenza. In questo caso, su un costo totale pari a 19mila euro l’anno, i contributi pesano per circa 3.400 euro nella sola quota a carico del datore. Sebbene, dunque, la misura sia stata concepita correttamente dal punto di vista degli importi, riteniamo invece che sia ancora troppo esigua la platea di beneficiari: persone indigenti che comunque avrebbero difficoltà a sostenere i restanti 15mila euro necessari per assumere una badante a tempo pieno. Chiediamo dunque al Governo – conclude il presidente di Assindatcolf – di estendere questa misura, così come il bonus da 850 euro previsto nell’attuazione della riforma della non autosufficienza, a tutte famiglie che ogni giorno contano sul prezioso aiuto della badante per avere un’assistenza dignitosa in casa, il luogo per eccellenza dove trascorrere la terza età».

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