sabato 5 ottobre 2024
Ragazzi di origine pachistana hanno picchiato un minore di colore. Indagano i carabinieri. La diocesi: mettere limiti serve a educare. Le prepotenze dei buli duravano da due anni
Il cartello esposto da don Davide Milani nel suo oratorio

Il cartello esposto da don Davide Milani nel suo oratorio - Da Facebook

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Un ragazzino africano disabile aggredito e picchiato in oratorio, i carabinieri che indagano per identificare il branco, il sacerdote che decide di chiudere tutto. È accaduto a Urgnano, nella Bassa Bergamasca, durante lo scorso weekend. Un episodio odioso, reso ancora più spregevole dal fatto che i bulli non hanno risparmiato nemmeno il fratellino della vittima, scaraventato a terra mentre tentava di intervenire. Protagonisti della violenza sarebbero alcuni minorenni pachistani, che ormai da un paio d’anni spadroneggiano nel campetto dell’oratorio, rispondendo in modo sprezzante a chi osa avvicinarsi per chiedere di lasciar entrare anche i bambini più piccoli.

I bulli di provincia marcano il territorio, offendono e sputano. Un andazzo che ha passato il segno nelle ultime settimane, quando il gruppo - composto da ragazzini delle medie e delle superiori - ha preso di mira il piccolo disabile, fino al pestaggio finale. Il ragazzino ha riportato lividi e contusioni varie: dolore e spavento sono stati forti. I carabinieri di Urgnano stanno indagando per individuare i responsabili: è possibile che già nelle prossime ore scatti qualche provvedimento.

Dopo questa aggressione, il vicario don Davide Milani ha detto basta e dichiarato off limits il campetto: l’oratorio resta aperto per catechesi e incontri, così come per gli allenamenti, che però si svolgono a porte chiuse. «Almeno fino a giovedì prossimo - dice ad Avvenire - quando incontreremo l’amministrazione comunale. Vogliamo sensibilizzare chi di dovere a prendersi cura della situazione. Quello che è successo è inaccettabile: l’oratorio non può essere teatro di violenza né di discriminazione. Proprio in questi giorni abbiamo il vescovo Beschi in visita pastorale: gli chiederemo consigli su come comportarci». Amara la riflessione di don Milani: «Credo che la comunità educante esca sconfitta da questa vicenda. Sono dispiaciuto anche per il totale disinteresse delle famiglie di questi ragazzi: sono del tutto assenti e non si preoccupano minimamente del loro comportamento».

La famiglia del giovane africano, comprensibilmente spaventata, è stata al contrario rassicurata dal vicario, che nel cartello di chiusura ha tenuto a sottolineare: «Ci sentiamo soli a combattere la maleducazione e un’aggressività non giustificata e totalmente gratuita». Non è la prima volta che nella Bassa Bergamasca si verificano episodi del genere. Nella primavera scorsa anche l’oratorio di Martinengo aveva chiuso per qualche giorno in seguito alle prepotenze di un gruppo di adolescenti nordafricani. Un giro di vite che in quel caso è servito: negli ultimi tempi la situazione è decisamente migliorata.

Da parte sua, la Curia fa notare che si tratta di episodi circoscritti, senza sottovalutare la questione. Don Gabriele Bonzi, responsabile della Pastorale giovanile, sottolinea che «gli oratori sono sicuri, perché c’è un presidio educativo. Quando ci accorgiamo che questi ragazzi hanno dei comportamenti o delle dinamiche relazionali problematiche, interveniamo. E l’intervento educativo, a volte, deve essere anche contenitivo. Questo è il senso di chiudere il cancello. Significa che, educativamente, stiamo ponendo un limite». Che in questo caso è stato abbondantemente superato. ©

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