giovedì 12 dicembre 2024
Per la Suprema Corte la richiesta è legittima. Ora la parola torna alla Corte Costituzionale. Niente via libera invece al quesito delle Regioni per una revisione parziale
La raccolta di firme per chiedere il referendum

La raccolta di firme per chiedere il referendum - Fotogramma

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La Cassazione ha dato il via libera al referendum per l'abrogazione dell'autonomia differenziata. L'Ufficio centrale della Suprema Corte, in un’ordinanza di circa 30 pagine, ha in pratica ritenuto legittima la richiesta di abrogazione. L'ordinanza della Cassazione arriva dopo il pronunciamento della Consulta che aveva, tra le altre cose, considerato «illegittime» alcune specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo. La parola definitiva sulla vicenda torna ora alla Corte Costituzionale

Non è invece arrivato il via libera al quesito presentato dai consigli regionali, che dal canto loro puntavano all'abrogazione parziale. Nella sentenza del 3 dicembre scorso la Consulta, chiamata ad esprimersi sulle questioni di costituzionalità e accogliendo parzialmente i ricorsi di quattro Regioni, ha affermato che «il regionalismo corrisponde a un'esigenza insopprimibile della nostra società, come si è gradualmente strutturata anche grazie alla Costituzione» e «spetta, però, solo al Parlamento il compito di comporre la complessità del pluralismo istituzionale» e «la competenza legislativa esclusiva in alcune materie affinché siano curate le esigenze unitarie».

La decisione ha subito dato il via a tutta una serie di commenti politici, soprattutto da parte dell’opposizione, mentre dal Comitato nazionale contro l’autonomia differenziata è arrivato il commento della vicepresidente, Ivana Veronese: «Siamo soddisfatti, vogliamo abrogare completamente questa legge ingiusta e dalla Cassazione arriva una conferma importante che questo referendum si può fare. Ora aspettiamo la pronuncia della Corte Costituzionale a gennaio che dovrà esprimersi sulla ammissibilità totale. La Cassazione aveva già disposto l'unificazione del nostro quesito abrogativo totale con quello delle Regioni e ora - da quanto apprendiamo - ha eliminato i quesiti di abrogazione parziale dell'autonomia differenziata delle Regioni. Andiamo dunque avanti sulla eliminazione totale di questa legge ingiusta».

Tra i primi a commentare, il presidente del Senato, Ignazio La Russa: «Se ci sarà un referendum ben venga, affinché possano essere gli italiani a decidere. La bocciatura della Corte costituzionale sui sette punti va accettata. Al Parlamento non spetta altro che prendere atto che non è stata bocciata la riforma». Per La Russa non si tratta comunque di uno smacco al governo: «Ho sempre ritenuto che la democrazia diretta sia la cosa migliore».

Prende posizione anche Elly Schlein, segretaria Pd: «Crediamo molto in questa battaglia. Dopo il pronunciamento della Consutla che smontato la riforma, bisognerebbe che il governo si fermasse: è l'unico modo che ha per recuperare credibilità dopo lo strafalcione che la Corte la smontato. Noi andremo avanti in questa battaglia».
Per quanto concerne le Regioni, il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha detto: «Noi andiamo avanti. Siamo capofila assieme alla regione Lombardia, la Regione Liguria, la Regione Piemonte anche su questo fronte». Di ben altro avviso un altro presidente di Regione, la governatrice sarda Alessandra Todde: «Siamo soddisfatti per l'ordinanza dalla Cassazione che conferma che questo referendum si può fare. Ora aspettiamo la pronuncia in merito della Corte Costituzionale. Il governo si fermi». Da parte sindacale arriva il commento della Cgil, attraverso il segretario confederale Christian Ferrari: «Il via libera della Cassazione è positivo innanzitutto per le cittadine e i cittadini italiani. Su un disegno di questa portata la via maestra è un referendum che consenta al corpo elettorale di esprimere la sua opinione».

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