martedì 30 luglio 2024
L'onorevole Gadda interpella il ministero degli Esteri per chiarire diversi punti della vicenda. L'ambasciatore fu ucciso in Congo il 22 febbraio 2021
Luca Attanasio con alcuni giovani congolesi

Luca Attanasio con alcuni giovani congolesi

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Non ci sarà nessun processo a carico dei due funzionari del Pam accusati di omicidio colposo per la morte dell'ambasciatore Luca Attanasio, ucciso in Congo il 22 febbraio 2021 insieme al carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci e all'autista Mustapha Milambo. Contrariamente a quanto annunciato, infatti, la procura di Roma non ha presentato ricorso contro la sentenza di non luogo a procedere emessa nel febbraio scorso dal gip di Roma, che aveva riconosciuto l'immunità diplomatica ai due uomini dell'Onu. In sostanza, i due funzionari erano accusati dal pm Sergio Colaiocco di non aver predisposto le necessarie misure di sicurezza per il convoglio su cui viaggiava Attanasio, violando la procedura prevista: la presenza dell'ambasciatore non era infatti stata comunicata al contingente di caschi blu presente nel Nord Chivu, regione particolarmente turbolenta dove si verificò l'agguato. Di qui l'assenza di una scorta armata alla missione. Ma in tribunale non si è mai nemmeno entrati nel merito della questione. In udienza erano stati gli stessi funzionari della Farnesina a spiegare che gli incaricati del Pam non potevano essere perseguiti, e il gip aveva preso atto. La procura ha incassato il colpo e non ha replicato, di fatto gettando la spugna.

Sul caso è intervenuta l'onorevole Maria Chiara Gadda (Italia Viva), che ha depositato un'interrogazione a risposta immediata in vista del question time con il ministero degli Esteri (previsto mercoledì pomeriggio) "per sapere per quale motivazione non vi è stata la costituzione in giudizio quale parte civile da parte dello Stato, perché si sia ritenuto necessario, al contrario, corroborare la tesi dell’improcedibilità per difetto di giurisdizione e quali ragioni abbiano portato lo Stato a non attivarsi presso l’Onu al fine di chiedere la revoca dell'immunità per i due soggetti coinvolti".

Dopo aver rimarcato che secondo la procura di Roma i due funzionari avevano commesso "numerose irregolarità", l'onorevole Gadda ha sottolineato che "la mancata costituzione come parte civile e l’avere sostenuto la tesi difensiva che ha di fatto
impedito di fare chiarezza sulle responsabilità dei due soggetti dimostrano un sostanziale disinteresse verso chi ha dedicato la propria vita a tutela degli interessi della Repubblica". Ora si attende la risposta della Farnesina.


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