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Alla vigilia della ripresa delle lezioni per la gran parte degli studenti italiani (che in provincia di Bolzano sono tornati tra i banchi giovedì, mentre a Trento rientreranno lunedì e, via via, in tutte le altre regioni tra l’11 e il 16 settembre), il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha pubblicato un video su Youtube per fare chiarezza sull’effettiva consistenza del precariato tra gli insegnanti. Ribadendo i numeri già anticipati la scorsa settimana in un’intervista ad Avvenire e confermando la notizia della stabilizzazione di circa 10mila docenti precari entro dicembre.
«Proprio perché vogliamo affrontare seriamente questo problema, abbiamo il dovere di parlare chiaro – esordisce Valditara –. Non è vero che attualmente ci sono 250mila precari nella scuola italiana, non lo dice nemmeno la Corte dei Conti. La situazione dei precari al 30 giugno e al 31 agosto è questa: 165mila unità che si ridurranno a 155mila entro dicembre grazie alle assunzioni derivanti dai concorsi che sono in via di chiusura», sottolinea il Ministro. Ricordando che «l’anno scorso e negli anni precedenti il numero di precari era di 160mila unità: quindi, a dicembre ci sarà la prima significativa diminuzione». Tra i nuovi assunti, annuncia Valditara, ci saranno anche circa 6mila idonei del concorso 2020, che «erano stati abbandonati dai governi precedenti e se avessero voluto avere una chance nel mondo della scuola avrebbero dovuto rifare i concorsi».
Proprio in vista della ripresa delle attività didattiche, un paio di settimane fa il Ministro ha convocato una riunione con tutti i direttori degli Uffici scolastici regionali. «Mi hanno assicurato che l’anno scolastico partirà regolarmente – annuncia Valditara –. Direi di mettere da parte inutili allarmismi, di mettere da parte inutile e strumentale demagogia».
Infine, Valditara è tornato anche sula questione delle abilitazioni al sostegno conseguite all’estero, che da più parti non sono ritenute attendibili e hanno stravolto le graduatorie per l’assegnazione delle cattedre. «Non è compito del ministero verificare la bontà delle abilitazioni conseguite all’estero ma del ministero dell’Università e della Ricerca che sta facendo queste verifiche – ribadisce il Ministro –. Se qualcuno ha notizie di reati deve denunciarli alla procura della Repubblica e segnalare queste abilitazioni farlocche al Mur».
In un’intervista, Valditara è poi tornato sulle novità di quest’anno scolastico: dal ritorno dei giudizi sintetici alla scuola primaria, al divieto di utilizzare lo smartphone nelle scuole del primo ciclo, alla riforma del “4+2” agli istituti tecnici alla nuova Educazione civica. Un elenco di riforme che, però, secondo l’opposizione non affrontano i reali problemi della scuola italiana. «Aprendo i giornali – dichiara Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata dem – scopriamo di che sostanza è fatta la nuova scuola che Valditara è impegnato a costruire dal suo insediamento. Tra le novità per l’anno scolastico 2024/2025, il ministro cita il divieto di utilizzo dei cellulari in classe e il ritorno al diario cartaceo. Priorità ineludibili per un governo di nostalgici. E sul caos immissioni in ruolo? Sui docenti che mancano in classe nonostante le promesse fantasmagoriche, sul precariato e la supplentite da debellare? Sugli insegnanti di sostegno da garantire? Sulle mense e le palestre che, secondo Save the Children, esistono solo per meno del 50% degli alunni? – incalza Ascani –. Su tutto questo Valditara non può usare né gli strumenti della propaganda, né i toni trionfalistici. E allora scarica sui governi precedenti, i sindacati, chiunque pur di non ammettere che in questi quasi due anni non è stato in grado di risolvere neanche uno dei reali problemi del sistema di istruzione».
Di «critiche fantasiose» parla la senatrice Elena Murelli, capogruppo della Lega in commissione Affari sociali, mentre per il deputato di Fratelli d’Italia, Gimmi Cangiano, componente della Commissione Istruzione alla Camera, quelle dell’opposizione sono «accuse prestuose». E il deputato Rossano Sasso, capogruppo della Lega in commissione Scienza, cultura e istruzione, sottolinea: «Per la prima volta dopo tanti anni, grazie alla Lega ed al Ministro Valditara, i lavoratori della scuola hanno visto aumentare il proprio stipendio».