mercoledì 1 gennaio 2025
Il Consiglio comunale non ha inserito il progetto nell'elenco delle opere pubbliche. La lettera dei parenti del beato. Artale, presidente del Centro Padre Nostro: sfregio alla memoria di don Pino
Un rendering dell'asilo di don Pino Puglisi che dovrebbe sorgere nel quartiere di Brancaccio a Palermo

Un rendering dell'asilo di don Pino Puglisi che dovrebbe sorgere nel quartiere di Brancaccio a Palermo - Centro Padre Nostro

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«Don Pino Puglisi continua ancora a fare paura a Palermo e a far tremare certa gente, nonostante sia stato ucciso oltre trent’anni fa dalla mafia». È un inizio anno amaro per Maurizio Artale e per il Centro d’accoglienza Padre Nostro che lui guida. È il presidio della legalità e del riscatto sociale fondato dal prete beato nel quartiere dove è nato e dove è stato assassinato da Cosa Nostra il 15 settembre 1993: Brancaccio. L’asilo nido che il sacerdote martire sognava per l’agglomerato e che il Centro Padre Nostro intende realizzare da otto anni è stato fermato di nuovo dalla politica palermitana.

Nell’ultimo giorno del 2024 il Consiglio comunale non ha approvato l’inserimento della scuola “I piccoli di Padre Pino Puglisi” nel piano delle opere pubbliche che andava integrato appunto con il cantiere di Brancaccio. Uno stop che è arrivato a distanza di pochi giorni dal via libera da parte della giunta del sindaco Roberto Lagalla al progetto esecutivo da cui dovrebbero scaturire l’appalto e poi i lavori destinati a concludersi entro dicembre 2026. «È l’ennesima tegola sull’asilo che è di nuovo a rischio ed è l’ennesimo sfregio alla memoria del beato», commenta Artale.

La bocciatura ha suscitato la dura reazione da parte dei familiari e dei parenti di don Puglisi che in una lettera aperta si domandano: «Chi ha interesse a non costruire l’asilo nido a Brancaccio? La risposta, parimenti alla domanda, viene spontanea: la mafia». E scrivono: «Abbiamo atteso 25 anni per arrestare Totò Riina, 43 anni per Bernardo Provenzano, 30 anni per Matteo Messina Denaro e 31 anni per la costruzione dell’asilo nido. Come mai tutto questo tempo per affermare semplicemente i diritti dei bambini, legalità e giustizia?». Poi chiamano in causa le forze politiche presenti in municipio che hanno lasciato fuori il plesso dall’elenco triennale: «Mentre voi gridate e sgomitate nel mettere sul piatto le vostre giustificazioni, la mafia alleva bambini alla propria scuola, sussurrando parole di vendetta contro quella parte minuscola delle istituzioni e degli uomini, come il nostro caro Pino, che hanno tentato di sconfiggerla. La maggior parte del popolo siciliano è affamato di mafia e voi, con il vostro comportamento e con l’ignavia che vi ha contraddistinto in questi 31 anni, ne stuzzicate l’appetito». Quindi vengono ricordati i due fratelli del sacerdote: «Gaetano Puglisi, il fratello maggiore di Pino, non ha avuto il dono di vedere costruire l’asilo; Franco, fratello più piccolo di Pino, spera di vederlo terminato ma lo stato di salute non depone a suo favore».


Il sindaco rassicura. «Nessun ritardo si registrerà nello svolgimento del procedimento di realizzazione», dichiara. E aggiunge che sono già state avviate le «procedure di gara». E liquida il caso di San Silvestro come «una vicenda interna al Consiglio comunale dove è legittimamente maturata». Invece Antonino Randazzo, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle che durante il Governo Conte aveva fatto arrivare i finanziamenti per la struttura di Brancaccio, definisce la frenata «un chiaro atto di sfiducia di parte della maggioranza nei confronti del sindaco che aveva espresso impegno e determinazione riguardo al progetto».

Maurizio Artale accoglie le parole del primo cittadino. «Ma resta lo schiaffo dei partiti e inoltre occorre capire che cosa accadrà», avverte. E ricostruisce quello che è avvenuto nell’assemblea civica. «Pensavamo che certi atteggiamenti della politica nella gestione della cosa pubblica fossero ormai un retaggio. Invece sono tornati anche stavolta. Fratelli d’Italia ha fatto mancare il numero legale nell’approvazione della delibera. E anche il Pd ha espresso dubbi sui costi che, invece, sono stati certificati e vidimati dagli uffici competenti». L’opera vale 3,9 milioni di euro e il progetto consegnato al municipio dal Centro Padre Nostro è stato realizzato con il contributo della Fondazione Giovanni Paolo II di Firenze e con il grande impegno di Avvenire e dei suoi lettori. Papa Francesco, nel corso della sua visita a Palermo nel settembre del 2018, aveva benedetto l’iniziativa. «Ma c’è chi vuole distruggere il Centro Padre Nostro – accusa ora il presidente – dicendo che ci sono magagne dietro la costruzione e sostenendo che l’asilo non è un’opera pubblica, ma l’asilo di Maurizio Artale. Così si mette nel mirino una persona». Una pausa. «In troppi partecipano alle manifestazioni in omaggio a don Pino e poi, messi davanti alla loro responsabilità, fanno come san Pietro che aveva rinnegato Cristo: “Io non lo conosco”».


Artale sposa le parole di fuoco dei familiari del sacerdote che nella lettera fanno sapere: «Noi continuiamo a sperare e non possiamo farne a meno, proprio in questo anno giubilare che papa Francesco ha voluto dedicare alla speranza». E il presidente concluse: «Mai scoraggiarsi, mai rinunciare. Perché sappiamo che il male può essere sempre vinto».

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