La Jala Tower bombardata da un raid israeliano a Gaza City - Ansa
«Dovete fermare la strage di innocenti! La città di san Francesco, il Santo della pace e del dialogo, la città messaggio di papa Francesco, non può rimanere indifferente a tanta sofferenza generata dalla guerra che sta deflagrando in Terra Santa», con queste parole accorate, il vescovo Domenico Sorrentino, i custodi Marco Moroni e Massimo Taravascio, e la sindaca Stefania Proietti hanno rivolto un appello all’Onu e alle autorità israeliane e palestinesi affinché facciano tutto ciò che è in loro potere per mettere fine all’escalation.
Ecco il testo dell'appello:
Appello da Assisi alle Nazioni Unite ed alle Autorità di Israele e Palestina
Al Signor Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres
Al Signor Presidente dello Stato d'Israele Reuven Rivlin
Al Signor Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese e Stato di Palestina Mahmūd Abbās
Al Signor Primo Ministro dello Stato di Israele Benjamin Netanyahu
Fratelli tutti,
“la Terra Santa brucia! Noi vi preghiamo, fermate questo inferno.”
Con queste parole di Fr. Ibrahim Faltas ofm, che ci giungono oggi da Gerusalemme, noi vi imploriamo di compiere tutto ciò che è in vostro potere per fermare quello che sta accadendo, e che state anche personalmente vivendo.
A Gerusalemme, in Israele, in Palestina, vive un mosaico di popolazione in uno stesso territorio. Su questa terra, che miliardi di persone al mondo considerano Santa, non può continuare a spargersi sangue, sangue innocente, sangue di civili e donne, sangue di bambini.
Il nostro appello accorato vi giunge da Assisi, città di Santa Chiara e di San Francesco. Molti figli spirituali di San Francesco, molti nostri amici e fratelli, vivono in Terra Santa, conoscono ogni sentimento ed ogni anelito di questi luoghi e di chi li abita, amano questi territori come li amò il nostro Santo.
Nel corso di questi anni Assisi ha sempre cercato di favorire il dialogo tra Israele e Palestina.
Assisi è gemellata con Betlemme dal 1989 e si è fatta luogo e capofila delle città italiane gemellate con Betlemme per lanciare messaggi di pace in nome dei diritti della popolazione palestinese e di quella israeliana. L’amicizia di Assisi con Israele passa per la salvezza di tanti ebrei negli anni ‘43/’44, grazie ai nostri concittadini Giusti tra le Nazioni come il Vescovo Nicolini, i religiosi, le religiose e i laici che rischiando la vita salvarono oltre 300 vite umane. Assisi ha conferito la cittadinanza onoraria per la Pace a Shimon Peres e a Mahmoud Abbas. Ha riconosciuto cittadini onorari per la Pace tutti gli italiani superstiti della Shoah nel 2020. Tanti sono i frati figli di Assisi che vivono nella Custodia di Terra Santa, in mezzo al mosaico di culture e religioni, che innanzitutto è mosaico di persone. Assisi si è fatta in questi anni luogo di dialogo, favorendo l’incontro tra i rappresentanti diplomatici di Israele e Palestina, sulla tomba e nei luoghi di san Francesco. E quanto appare profetica la firma di papa Francesco sull’enciclica Fratelli Tutti nel giorno del Transito del Santo Serafico nell’anno della pandemia. San Francesco, che si sentiva fratello del sole, del mare e del vento, sapeva di essere ancora più unito a quelli che erano della sua stessa carne. Dappertutto seminò pace e camminò accanto ai poveri, agli abbandonati, ai malati, agli scartati, agli ultimi.
I figli spirituali di San Francesco vivono da oltre 800 anni in Terra Santa, e nel carisma del loro Serafico Padre, considerano tutti come fratelli e sorelle, indipendentemente dal fatto che siano cittadini israeliani, di religione ebraica o laici, arabi israeliani, israeliani cattolici o musulmani, palestinesi cristiani o musulmani, laici, palestinesi di Gerusalemme o con altro titolo e status: San Francesco ci insegna, con rivoluzionario coraggio, che tutti siamo persone, siamo esseri umani, siamo fratelli e sorelle. In Israele e Palestina, a Gerusalemme e nella Striscia di Gaza, ci sono solo uomini, donne e bambini, e solo per questo hanno tutti gli stessi diritti. Ed hanno tutti il diritto di vivere, e nessuno di loro può morire per la violenza cieca e scandalosa a cui stiamo assistendo. A noi giunge notizia di guerriglia, di violenze inaudite, di civili morti e feriti e di bambini uccisi nella Striscia di Gaza come in Israele.
Nessuno di loro ha colpe di antiche cicatrici.
Dovete fermare la strage di innocenti!
La Città di San Francesco, il Santo della Pace e del dialogo, la città messaggio di Papa Francesco, non può rimanere indifferente a tanta sofferenza generata dalla guerra che sta deflagrando in Terra Santa.
Perché «la guerra è la negazione di tutti i diritti. Se si vuole un autentico sviluppo umano integrale per tutti, occorre proseguire senza stancarsi nell’impegno di evitare la guerra tra le nazioni e tra i popoli.”
È questo che chiediamo a Lei, Signor Segretario Generale delle Nazioni Unite, «di assicurare il dominio incontrastato del diritto e l’infaticabile ricorso al negoziato, ai buoni uffici e all’arbitrato, proposto dalla Carta delle Nazioni Unite, vera norma giuridica fondamentale» [238]. Signor Segretario, le Nazioni Unite hanno un ruolo, un compito preciso, una responsabilità di fronte al mondo e di fronte ai civili e a quei bambini innocenti che hanno perso la vita e a tutti coloro che la rischiano in questo momento: come comunità internazionale avete il dovere gravissimo di compiere ogni sforzo possibile per far cessare il fuoco tra Hamas e Israele.
Da Assisi, dalla terra benedetta di San Francesco e Santa Chiara, ci rivolgiamo a Voi,
Signor Presidente dello Stato d'Israele Reuven Rivlin,
Signor Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese e dello Stato di Palestina Mahmūd Abbās
Signor Primo Ministro dello Stato di Israele Benjamin Netanyahu:
un’autentica pace «si può ottenere solo quando lottiamo per la giustizia attraverso il dialogo, perseguendo la riconciliazione e lo sviluppo reciproco».
I vostri popoli portano nei cuori cicatrici antiche, ma dovete trovare “percorsi di pace che conducano a rimarginare le ferite, c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia.”
Perché la sofferenza dei vostri popoli è la vostra sofferenza.
Vi rivolgiamo questo appello accorato con tutte le nostre forze: fatevi artigiani di pace!
Noi vi preghiamo: fate tutto ciò che è in vostro potere per fermare la violenza!
Perché quando vi sarà, e ci sarà, chiesto quanta Pace abbiamo seminato, potremo dire di non aver lasciato nulla di intentato. Questo è il motivo per cui scriviamo, oltre alla speranza della Pace che supera in noi ogni annichilita disperazione.
Da Assisi, oggi, si leva un grido per la salvezza della Terra Santa e di tutti i suoi popoli, al di là di ogni distinzione di religione e cultura, che raccoglie l’anelito di una Città che non è nostra ma è del mondo, la Serafica Città del Santo del dialogo e della Pace:
Mai più guerra, solo la Pace è Santa!
Stefania Proietti
Sindaco di Assisi
Monsignor Domenico Sorrentino
ArciVescovo di Assisi Nocera Umbra e Gualdo Tadino
Fr. Marco Moroni ofm conv
Custode della Basilica Papale di San Francesco e del Sacro Convento di Assisi
Fr. Massimo Travascio ofm
Custode della Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola