
Ansa
«Ottant’anni dopo gli orrori dell’Olocausto, le comunità e gli ebrei in tutta l’Unione europea continuano a sperimentare l’antisemitismo e ad affrontare restrizioni nella loro vita ebraica: il 96% degli ebrei ha dichiarato di aver affrontato l’antisemitismo nell’ultimo anno e l’80% che la situazione è peggiorata negli ultimi anni. La metà degli ebrei che hanno preso parte al sondaggio affermava di preoccuparsi per la propria sicurezza e per quella della propria famiglia e oltre il 70% di preferire nascondere la propria
identità ebraica». Questo si legge nella Relazione annuale sull'antisemitismo in Italia nel 2024, realizzata dall'Osservatorio antisemitismo della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano.
Rispetto al 2023, anno che già «aveva registrato un'impennata preoccupante di eventi», i ricercatori del Cdec hanno riscontrato «un forte aumento» degli atti di antisemitismo in Italia. Complessivamente, le segnalazioni giunte all'Osservatorio sono state 1.384 e gli episodi di antisemitismo selezionati come tali 877. Quasi il doppio dei 455 del 2023. Di questi 877 casi, 600 riguardano l'antisemitismo in rete e 277 atti compiuti materialmente. Come, per esempio, scritte sui muri o sulle porte delle case di famiglie ebree, ma anche insulti urlati per strada se non vere e proprie aggressioni fisiche. Insomma, tutto l'ampio catalogo di violenza antiebraica che, soprattutto dopo l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, ha fatto registrare un preoccupante salto di qualità. «Oltre al tradizionale cospirazionismo, principale matrice ideologica che alimenta l'odio contro gli ebrei - prosegue la Relazione - registriamo nel 2024 una crescita molto forte in termini assoluti e in percentuale di episodi legati alla guerra». Dopo il 7 ottobre e la guerra a Gaza, infatti, «gli atteggiamenti e le opinioni nei confronti di Israele si sono radicalizzati. La guerra ha prodotto un cambio di sguardo: la demonizzazione e la delegittimazione dell'esistenza di Israele, accusata di rispondere in modo asimmetrico all'atroce massacro di civili, si è diffusa trasversalmente (per età, ceti e appartenenza politiche) e ha accresciuto l'antisemitismo. L'“antisionismo” ha sfruttato la diffusa disinformazione sulla storia ebraica e i pregiudizi radicati contro gli ebrei per costruire un quadro semplicistico attraverso il quale mascherare l'antisemitismo. L'antisionismo come lotta contro tutti gli imperialismi - prosegue l'analisi dei ricercatori del Cdec - che affascina ampie fasce di giovani impegnati, soprattutto nella sinistra antagonista, ha fatto della causa palestinese un vessillo. Il linguaggio dei manifestanti e gli slogan propalestinesi si sono intrecciati alle battaglie contro l'ingiustizia sociale, alla lotta contro la discriminazione razziale, alla denuncia delle responsabilita' del “potere” in tema di riscaldamento globale», si legge ancora nella relazione. Tutte manifestazioni che hanno promosso una vera e propria “caccia all'ebreo”, sia virtuale che reale.
«Oggi siamo di fronte a una crescita di antisemitismo mai misurata prima in Italia dalla fine della guerra - si legge ancora nella Relazione del Cdec -. L’antisemitismo, un sentimento, una ideologia, un pensiero che si esprime in forme molteplici secondo la situazione e il contesto socioeconomico e politico, in questo ultimo anno e mezzo è stato attizzato e rafforzato da più parti, dai discorsi o dai silenzi di diversi protagonisti della vita pubblica».
Quella che la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz ed indomita testimone della Memoria, chiama “Indifferenza”. Parola scritta a caratteri cubitali all'ingresso del Memoriale della Shoah di Milano.