Giuseppe Santalucia - Foto d'archivio
Non accenna a scendere di tono la polemica governo-magistrati sul decreto flussi, con una nuova polemica dopo l’emendamento in base al quale la competenza a decidere sulla convalida dei trattenimenti dovrebbe essere “spostata” alla Corte d'Appello. Per il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, il tutto vorrebbe dire «stravolgere l'ordinario assetto delle competenze. La Corte d'Appello - già gravata da importanti carichi di lavoro che ci hanno fatto dubitare della possibilità di centrare gli ambiziosi obiettivi del Pnrr - dovrebbe occuparsi delle procedure di convalida, se non ho letto male addirittura con le sue sezioni penali. È assai difficile rinvenire un principio di razionalità in questo stravolgimento dell'ordine delle competenze». Per Santalucia, che ne ha parlato nella sua relazione nel Comitato direttivo centrale dell'Anm in corso a Roma, questo emendamento è «diretto a spogliare le sezioni specializzate “immigrazione” dei Tribunali della competenza sulla convalida dei trattenimenti, con sorprendente indifferenza per le ragioni dell'organizzazione giudiziaria. Si percepisce la voglia di rappresentare nel modo più plateale, con la sottrazione di competenza, la sfiducia nella giurisdizione, movendo dalla fantasiosa convinzione che i magistrati comunisti si siano collocati proditoriamente nelle sezioni specializzate "immigrazione" dei Tribunali per attuare il sabotaggio delle politiche governative».
Ma intanto monta un’altra polemica: dopo la partecipazione di Stefano Musolino, segretario di Magistratura Democratica, ad un evento dell’associazione “No Ponte”, le consigliere laiche del Csm, Isabella Bertolini della Lega e Claudia Eccher di FdI, hanno chiesto l'apertura di una pratica alla prima Commissione e alla Procura generale della Cassazione affinché siano valutati eventuali profili disciplinari a carico di Musolino. Bertolini ed Eccher lamentano in particolare che l’evento cui ha partecipato il segretario di Magistratura Democratica aveva «una spiccata connotazione anti governativa, riguardante - tra gli altri argomenti - il ddl sicurezza» e che questi avrebbe rilasciato «affermazioni di tipo politico» che «rappresentano una violazione dei principi costituzionali di imparzialità e di indipendenza che secondo la Costituzione tutti i magistrati devono osservare».
Anche in questo caso è arrivata la replica di Santalucia: per il presidente dell’Anm «questa non è più una pretesa di imparzialità, ma una richiesta di silenzio e non è accettabile. Un magistrato sui temi della giustizia può intervenire argomentando e spiegando perché è il nostro specifico campo professionale, non si può chiedere il silenzio in nome dell'imparzialità». A Santalucia ha replicato Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, parlando di «argomentazioni risibili» e aggiungendo che «bene hanno fatto nel Csm alcuni consiglieri a chiedere l'apertura di una pratica su un magistrato iperpoliticizzato, ma credo che si possano aprire molte pratiche su tanti magistrati che con comizi ed esternazioni dimostrano la mancanza di indipendenza di troppi settori politicizzati della magistratura».