La casa di reclusione di Como, dove ieri sera si è suicidato un detenuto di origini palestinesi - Ansa
È una tragedia infinita. Proprio nel giorno in cui i garanti territoriali delle persone private della libertà personale hanno manifestato nelle principali città italiane contro le morti in carcere, che continuano a crescere, sono arrivati a 32 i suicidi dietro le sbarre dall’inizio dell’anno. Ieri si è tolto la vita nella Casa circondariale di Como, un detenuto 32enne di origini palestinesi, Nazim Nordjane: è stato trovato morto in serata nella sua cella dai sorveglianti durante un controllo di routine. Per uccidersi avrebbe inalato del gas dalla bomboletta del fornelletto da campeggio usato per cucinare. Nordjane era finito dentro nell’agosto del 2023 per il furto di un rolex a Milano e a settembre era stato ricoverato in ospedale dopo una rissa tra reclusi a San Vittore. La mattina del 21 settembre scorso l’uomo è riuscito ad evadere proprio dalla camera dell’ospedale San Paolo dove era degente: si buttò dalla finestra e scappò rifugiandosi in Svizzera. Nel tentativo di fermarlo, uno degli agenti penitenziari che lo piantonava rimase gravemente ferito, picchiò la testa restando in coma per una decina di giorni. Il detenuto fu rintracciato a Ginevra il 6 ottobre e nuovamente arrestato per essere estradato in Italia e quindi rinchiuso nell’istituto penale lariano dove, a quanto pare, avrebbe già tentato di suicidarsi qualche giorno fa.
Durante le manifestazioni dei Garanti avvenute stamattina da Milano a Palermo, sono stati scanditi ad alta voce i nomi di chi si è ucciso in cella e dei detenuti che sono deceduti per altre cause come, ad esempio, malattia, overdose, omicidio. “Sui suicidi in carcere servono interventi urgenti” aveva detto il 18 marzo scorso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricevendo i rappresentanti della polizia penitenziaria. Un monito che i tutori dei diritti delle persone recluse hanno deciso di trasformare in un appello al Parlamento e al ministro della Giustizia "In 32 anni sono morti suicidi 1.754 detenuti - spiega Valentina Calderone garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale di Roma - Negli stessi anni per malattia, overdose, omicidio, cause da accertare ne sono morti 2.912. Il totale è un numero impressionante, si parla di 4.686 persone detenute morte". Stefano Anastasìa, garante del Lazio ha detto: "Iniziamo una campagna di sensibilizzazione che andrà avanti fino a che non ci saranno risposte e non possiamo permetterci di avere questi livelli di sovraffollamento in estate. Qui a Regina Coeli, per fare un esempio, ci sono 1.151 detenuti per 628 posti, il doppio. In Italia a fronte di 48.000 posti nelle carceri ci sono 61.000 detenuti". All'appello hanno aderito tutti i garanti italiani.
I garanti spiegano che "la maggioranza dei detenuti vive, per oltre 20 ore al giorno, in celle sovraffollate, dalle quali esce solo nelle 'ore d'aria'. Questa è una violazione dei principi della Carta costituzionale e dell'Ordinamento penitenziario. Ma questo non è insuperabile. Bisogna riempire di senso il tempo della detenzione, offrendo più attività culturali, lavorative, sportive e ricreative. Le relazioni familiari e col volontariato devono essere potenziate anche più colloqui, telefonate, videochiamate. C'è bisogno di personale specializzato (psicologi, educatori, psichiatri, pedagogisti, assistenti sociali, mediatori linguistici) che diano ascolto ai detenuti e ne riescano a cogliere le ragioni di intollerabile sofferenza". Ma servono anche "un maggior numero di misure alternative alla detenzione. Sono diverse migliaia i detenuti con una condanna definitiva inferiore o pari a tre anni di reclusione. Chiediamo a tutti i Parlamentari - si afferma nel documento dei Garanti - norme specifiche e urgenti, e al Ministro di Giustizia provvedimenti concreti in tempi rapidi, in aderenza con le parole del Presidente della Repubblica".
La richiesta è anche quella rivolta ai parlamentari (nazionali ed europei), i consiglieri regionali e comunali e i magistrati di sorveglianza a visitare le carceri con maggiore continuità, perché, anche oggi "i suicidi sono il prodotto della lontananza della politica e della società civile dal carcere".
Il clima di tensione nelle carceri è ancora alto: una nuova aggressione si è verificata ad Augusta, nel Siracusano, dove un agente è stato preso a bastonate da un recluso ieri sera ed è stato perciò trasportato al pronto soccorso dell’ospedale “Muscatello” della cittadina siciliana. Ha riportato traumi a una mano e a un polso. Martedì invece un detenuto del carcere di Secondigliano ricoverato all’ospedale “Cardarelli” di Napoli ha aggredito poliziotti e sanitari dopo essere stato sottoposto a un intervento chirurgico al viso. Al risveglio dall’anestesia l’uomo ha dato in escandescenze distruggendo anche mobili e suppellettili della stanza. Più tardi il detenuto è stato riportato dietro le sbarre.