Salvataggio di migranti nel Mediterraneo - Ansa
In quattordici, per oltre tre giorni, sono rimasti alla deriva in mezzo al Mediterraneo. Tra loro, anche due donne e altrettanti minori non accompagnati. A salvarli stamani - tutti tranne uno, ancora disperso - la nave Geo Barents di Medici senza frontiere, che ha risposto agli allarmi lanciati già due giorni fa dalla Ong Alarm Phone: «Il gommone potrebbe affondare da un momento all'altro», sostenevano i volontari. Meno fortunati i 40 dispersi, ancora da trovare, del naufragio di martedì sera dal quale sono stati salvati solo 4 uomini giunti ieri pomeriggio a Lampedusa. Alla Geo Barents è stato ora assegnato il porto italiano di La Spezia. Non senza le proteste della Ong, che invita il governo italiano all'adozione di politiche più rapide ed efficaci sulla selezione del porto sicuro. «Ancora una volta le autorità italiane ci hanno assegnato La Spezia come porto sicuro - rimprovera Medici senza frontiere in una nota - a più di 632 miglia nautiche, a tre giorni e mezzo di navigazione dalla nostra attuale posizione. Saremo fuori dalla zona di ricerca e soccorso per sette giorni... Sono queste le misure mirate?».
Se dunque a questo allarme lanciato ieri da Alarm Phone è stata data risposta, non c'è invece ancora nessuna novità dal peschereccio "AlbaChiara", alla deriva da oltre 24 ore in acque internazionali con 50 persone a bordo. «Il venerdì è un giorno festivo», avrebbero risposto le autorità libiche alla stessa Ong, che chiedeva soccorso per l'imbarcazione quando l'acqua aveva già iniziato a entrare nello scafo. È attesa per domani, invece, con attracco previsto per le 8 nel porto di Salerno, la Aita Mari di Salvamento Maritimo Humanitario che ospita 172 migranti, tutti africani, salvati nel Mediterraneo. «Sappiamo che ci sono dei neonati, però presumibilmente sono con le mamme», aveva confermato ieri il prefetto di Salerno, Francesco Russo, dopo aver definito i posti che ospiteranno gli oltre 50 minori non accompagnati a bordo della nave.
Intanto due siriani, sospettati trafficanti di esseri umani, sono stati arrestati e messi sotto custodia cautelare stamani dalle autorità cipriote. Gli uomini, di età compresa fra i 45 e i 46 anni, sono stati prima salvati e poi fermati a 12 miglia dalla costa. Con loro, altri 16 migranti siriani che erano a bordo dello stesso gommone naufragato. Nel giro di due giorni, riferiscono le autorità, è il secondo caso di arresto in mare di trafficanti.
Lampedusa sotto pressione
Nel frattempo, continua a preoccupare la condizione dell'hotspot di Lampedusa. Altri 109 arrivi, di cui 25 donne e 4 minori, solo stamani. Vengono da Camerun, Gambia, Costa d'Avorio, Guinea, Siria, Eritrea ed Etiopia. Alcuni sono partiti da Sfax in Tunisia, pagando 740 euro a testa (2500 dinari tunisini). Altri da Zuwara in Libia, con un biglietto da ben 3.200 euro (3500 dollari). Con il loro arrivo, le strutture di Lampedusa hanno toccato la cifra record di 1.200 ospiti, nonostante siano organizzate per accoglierne poco meno di 400 persone. Perciò, oggi il Viminale ha stabilito il trasferimento di 500 migranti sulla nave Cassiopea della Guardia costiera verso Augusta e Catania, mentre altri 338 saranno imbarcati su un traghetto di linea diretto a Porto Empedocle.
Oltre 50 persone sono, invece, sbarcate stamani a Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria. Viaggiavano su una barca a vela a 50 miglia dalla costa, quando la Guardia costiera li ha intercettati e soccorsi. Fra loro, anche donne e minori che adesso sono stati ospitati dalla tensostruttura reggina gestita da Croce rossa e Protezione civile.