Un momento dell'intervento - Ufficio stampa Gemelli
Ora Luigi e Giovanni (nomi di fantasia) hanno due mesi e mezzo e sgambettano felici, sotto lo sguardo compiacente di mamma Felicia, papà Salvatore e la sorellina. Questi due gemellini di Napoli, nati il 6 luglio scorso al Policlinico universitario Agostino Gemelli, hanno sin da piccolini una caratteristica speciale.
Alla 26esima settimana di gestazione (ad aprile scorso) sono stati operati in utero per correggere la sindrome da trasfusione feto-fetale (TTTS), nell’ambito di una gravidanza monocoriale e biamniotica (una sola placenta e due sacchi amniotici), in occasione dell’apertura del primo centro di chirurgia fetale dell’ospedale. A salvare la vita di questi due bimbi, che ora godono di ottima salute e non hanno subito danni dalla sindrome TTTS, un’équipe (quasi tutta di donne) tra cui la dottoressa Elisa Bevilacqua, dirigente medico ad alta specializzazione presso l’Ambulatorio di Gravidanza Multipla del Servizio di Patologia Ostetrica diretto da Antonio Lanzone, coadiuvata dal professor Jacques Jani di Bruxelles guru della chirurgia fetale in Europa e nel mondo.
I due gemellini di Napoli - Ufficio stampa Gemelli
La storia
Ad inviare al Gemelli Felicia alla 20esima settimana di gravidanza per sospetto TTTS è stata, a febbraio scorso, la sua ginecologa dell’ospedale Federico II di Napoli. «La signora Felicia – ricorda Elisa Bevilacqua, che per sette anni si è formata a Bruxelles nel Centre Hospitalier Universitaire Brugmann il Centre Hospitalier Universitaire Brugmann sotto la guida del professor Jacques Jani, guru della chirurgia fetale – è stata inviata dalla sua ginecologa al nostro ambulatorio di gravidanza multipla per un sospetto di TTTS a circa 20 settimane di gestazione. Abbiamo subito messo in atto una sorveglianza intensiva settimanale e, a 26 settimane, abbiamo posto indicazione all’intervento di chirurgia fetale.
L’operazione è stata un successo: i gemellini non hanno subito danni e non ci sono state complicazioni ostetriche per la mamma. Luigi e Giovanni sono nati per taglio cesareo a 35 settimane, il 6 luglio scorso, e sono la gioia di mamma Felicia, papà Salvatore e della sorellina. «Senza questi medici, i miei figli non sarebbero qui – commenta Felicia S., la giovane mamma dei due gemellini che oggi hanno circa due mesi e mezzo – . Ero ben al corrente di rischi della mia gravidanza e di questo intervento, ma sapevo anche che senza intervenire i miei piccoli non avrebbero mai visto la luce. A venticinque settimane di gravidanza avevo già sette litri di troppo di liquido amniotico che mi davano dei dolori atroci».
La dottoressa Bevilaqua - Ufficio stampa Gemelli
L’intervento
La TTTS è la più importante causa di morte e disabilità nei gemelli monocoriali. Se non trattata il rischio di perdere entrambi i gemelli è del 95%; per tale motivo, è fondamentale ricorrere all’intervento di chirurgia fetale endoscopica per laser coagulazione delle anastomosi placentari per trattare questa condizione e migliorare l’esito della gravidanza. Obiettivo dell'operazione è dividere in due la placenta (tecnicamente si dice dicorionizzare), per bloccare il passaggio di sangue (la ‘trasfusione’) da un gemello all’altro, dividendo le circolazioni dei due piccoli, andando a coagulare con il laser i vasi che le mettono in collegamento (le anastomosi); in questo modo, al termine dell’intervento, ogni gemello ha la sua parte di placenta, non più comunicante con quella dell’altro gemello.
La TTTS è sempre caratterizzata dalla presenza di abbondante liquido amniotico nel sacco del gemello ‘ricevente’; in questo caso particolare, oltre a dividere in due la placenta si è proceduto ad evacuare circa sette litri di liquido amniotico. «La durata di questo intervento – spiega Jacques Jani, allievo a sua volta di Kypros Nicolaides, l’inventore della chirurgia fetale mininvasiva, - deve essere il più breve possibile, per evitare la rottura delle acque», una complicanza che si verifica purtroppo nel 15% dei casi.
«Stiamo cercando di dare impulso in senso clinico e scientifico – sottolinea Antonio Lanzone, ordinario di Ginecologia e ostetricia all’università Cattolica e direttore dell’Unità operativa complessa di Ginecologia e patologia ostetrica della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs - area ostetrica. Questa esperienza è solo una delle fasi dimostrative di dove si sta puntando attraverso un ricambio generazionale, un investimento strutturale cospicuo, mantenendo fede alle origini ideali ed etiche che ci hanno sempre ispirato».
Nel 2019 abbiamo il primo contatto con la dottoressa Bevilacqua – ricorda il professor Giovanni Scambia, Direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Ginecologia Università Cattolica - che all’epoca lavorava a Bruxelles, «per chiederle di venire a lavorare al Gemelli. Visto che avevamo infatti cominciato ad accarezzare l’idea di allestire un Centro d’eccellenza di Chirurgia Fetale, nell'ambito di un progetto più ampio di Medicina Personalizzata in Diagnosi Prenatale, vista l’expertise ostetrico-ginecologica del Gemelli. L’arrivo della dottoressa Bevilacqua nel maggio 2020 ci ha consentito di gettare basi concrete in questa direzione e i risultati di questo intervento ci hanno dato ragione».
Che cos’è la sindrome da trasfusione feto-fetale
Le gravidanze gemellari monocoriali (un’unica placenta per i due gemelli) rappresentano solo il 20% di tutte le gravidanze gemellari, ma comportano un rischio molto più elevato di mortalità e morbilità rispetto alle gravidanze gemellari dicoriali (due placente per i due gemelli). Normalmente il sistema di scambio di sangue attraverso queste anastomosi è bilanciato, cioè avviene in modo ‘equo’ tra i due feti, ma ci sono casi in cui il sangue va in misura maggiore da un gemello verso l'altro, determinando uno sbilanciamento dal punto di vista emodinamico e l’insorgenza della cosiddetta sindrome da trasfusione feto-fetale (TTTS). Nella TTTS, il gemello detto “donatore” si impoverisce di sangue (ipovolemico), con conseguente ridotta produzione di urina (oliguria) che porta ad una riduzione di liquido amniotico nel sacco nel quale è contenuto (oligoanidramnios).
Il gemello “ricevente” al contrario si arricchisce troppo di sangue nella sua circolazione (ipervolemia), e facendo tanta pipì nel sacco amniotico sviluppa la complicanza detta polidramnios poliurico (il liquido amniotico nel suo sacco aumenta). La TTTS complica il 10-15% delle gravidanze monocoriali. Questa condizione, che mette a rischio entrambi i gemelli, si manifesta tipicamente a metà gestazione, ma sono possibili manifestazioni precoci (prima delle 16 settimane di vita fetale) e tardive (oltre le 26 settimane di vita fetale).