Alessandro Boettcher e Martina Levato
Martina Levato e Alexander Boettcher, i due giovani condannati per una serie di aggressioni con l'acido compiute a Milano tra il novembre e il dicembre 2014, non potranno più rivedere loro figlio. È l'effetto della sentenza della Corte di Cassazione, che ha decretato l'adottabilità del piccolo rigettando i ricorsi dei nonni materni e paterni mirati a ottenere un ribaltamento della sentenza disposta nell'ottobre 2016 dal Tribunale dei Minorenni di Milano e poi confermata dalla Corte d'Appello nel marzo scorso.
Era stato lo stesso sostituto procuratore generale della Suprema Corte, Francesca Ceriani, a sottolineare nell'udienza del 30 novembre scorso come i genitori di Martina Levato avessero tutte le carte in regola per ottenere l'affidamento del nipote. «I figli non si tolgono nemmeno a mafiosi perché ogni bambino ha diritto a crescere nella famiglia dove è nato», erano stato le parole del magistrato che però non hanno convinto i giudici. La Cassazione ha stabilito che il figlio della “coppia dell'acido” debba essere adottato da una famiglia esterna soprattutto alla luce della «lunga detenzione» che i suoi genitori sono costretti ad affrontare: Martina dovrà infatti scontare un totale di 20 anni di carcere, mentre il suo ex amante Boettcher ha per il momento accumulato condanne complessive pari a 37 anni di reclusione.
Un verdetto che Martina ha accolto «con grande delusione», ha riferito il suo legale, l'avvocato Laura Cossar, che preannuncia una ricorso davanti alla Corte Europea per i Diritti dell'Uomo: «Non ci arrendiamo - è la sua parola d'ordine - e siamo pronti ad andare a Strasburgo».