Mattarella nel suo seggio a Palermo - Ansa
L'illusione è durata lo spazio di un mattino. Con i dati del Viminale delle 12, era sorta l'illusione che l'astensionismo potesse non dominare le elezioni 2022. E invece, a urne chiuse, la sentenza: ha votato solo il 64% degli italiani, a fronte del 73% delle elezioni per il Parlamento del 2018.
In una legislatura, in quattro anni e mezzo, volano via 10 punti di partecipazione. Nessuna Regione regge all'urto, nemmeno quelle del Centro-Nord che in mattinata avevano registrato buone affluenze e code davanti alle sezioni. Il Lazio si ferma al 63%, a 10 punti dal risultato del 2018. La Lombardia arriva al 70, ma cinque anni fa arrivò al 77. Ma a trascinare giù il dato della partecipazione è soprattutto il Sud: la Campania si ferma sotto il 54%, la Calabria e la Sardegna poco sopra il 50, solo Puglia e Sicilia mostrano una qualche tenuta.
L'AFFLUENZA DELLE 19
Con i dati del Viminale riferiti all'affluenza alle 19 già assumeva una forma più sostanziosa il "partito dell'astensione": alle 7 di sera, a sole 4 ore dalla chiusura dei seggi, erano andati a votare il 51% degli aventi diritto, a fronte del 58,40 registrato alle ore 19 del 4 marzo 2018, data delle ultime elezioni per il Parlamento. Una doccia fredda, dato che la rilevazione delle ore 12 aveva aperto a un altro scenario, con una partecipazione stabile a livello nazionale, con picchi di presenze alle urne al Centro-Nord e cali di affluenza concentrati al Sud. Il dato delle 19 fornisce invece un'altra fotografia: tutte le Regioni in calo. Anche Lazio (53-54%, flessione minima rispetto al 2018), Lombardia (58-59%, 4 punti in meno), Emilia Romagna (vicina al 60% ma lontana dalle soglie di cinque anni). Idem Toscana, Veneto, Piemonte, Liguria, che in mattinata avevano fatto registrare una tendenza in aumento rispetto al 2018. Affluenza giù senza eccezioni, dunque. E che assume la forma di una vera e propria diserzione al Sud: in Campania alle 19 ha votato meno del 39% degli aventi diritto rispetto al 54,3 del 2018, in Calabria poco più del 36%, in Sardegna, Sicilia e Puglia il 41-42%. Tengono meglio di altre Regioni le Marche, pur flagellate la settimana scorsa da una tragica alluvione: il dato regionale è quasi al 56% rispetto al 62,2 di cinque anni fa, nella città di Senigallia hanno votato il 54,6% degli aventi diritto, con un calo di quattro punti rispetto alle ultime elezioni parlamentari. Alla luce di questa situazione, in queste ultime ore con le urne aperte fioccano appelli al voto, più o meno ortodossi, di leader e candidati.
L'AFFLUENZA ALLE 12
Alle 12 l'affluenza alle urne è stata del 19,21%, in flessione molto lieve rispetto ad analoga rilevazione svolta per le elezioni del 2018 (19,43% il dato parziale di cinque anni fa). A mezzogiorno la partecipazione era in aumento dall'Emilia Romagna (23,46%) al Lazio (20,81), dalla Toscana (22,33) alla Lombardia (22,40), con il Centro-Nord che in generale aveva dati stabili o in crescita rispetto alle ultime votazioni per il Parlamento. In un quadro generale che sembrava sostanzialmente stabile, ad avere il segno "meno" erano già Regioni del Sud come Campania, Calabria, Molise, Basilicata, con affluenze sul 12-13%. Anche in Sicilia e Sardegna affluenza bassa alle 12, intorno al 15%. In Campania, l'affluenza potrebbe essere stata condizionata da una forte bomba d'acqua che ha reso inaccessibili non pochi seggi per diverse ore della mattinata, con problemi di viabilità che solo in queste ore sono in via di soluzione. La mattinata comunque sembrava promettere bene sul versante della partecipazione alla luce delle code presso le sezioni di Milano, Roma e delle grandi città del Centro e del Nord, con qualche protesta per i tempi delle operazioni allungati dal "tagliando antifrode".
IL VIDEO ALLUSIVO DI MELONI E IL CASO SALVINI-BERLUSCONI: SILENZIO ELUSO
La prassi del silenzio elettorale è stata elusa a più riprese dai leader di centrodestra. Salvini, all'esterno del suo saggio, si è intrattenuto a parlare con i cronisti anche del governo che "ho in testa". Mentre Berlusconi è stato ripreso pare a sua insaputa mentre parlava di Salvini: "Penso che finiremo sopra la Lega. Con Matteo ho nutrito un'amicizia fruttuosa. Ha bisogno di essere un po'
inquadrato, anche lui non ha lavorato mai, per cui cercherò di fare il regista del governo". Ma la trovata-choc è di Giorgia Meloni, che su Tik Tok si lascia andare ad un video allusivo che gioca sul suo cognome e che ha lasciato in tanti sbigottiti, visto i toni che la leader Fdi ha provato a tenere in campagna elettorale.
IL VOTO DI MATTARELLA E DEI BIG
In mattinata quasi tutti i "big" e i vertici istituzionali si sono recati ai seggi. Il primo è stato Sergio Mattarella, che poco dopo le otto e mezzo è andato a votare nel suo seggio di Palermo. Il presidente della Repubblica, dopo avere espresso il proprio voto, ha stretto la mano al presidente di seggio e ha lasciato la scuola media Piazzi, senza rilasciare dichiarazioni. La gente in coda per votare ha rivolto garbatamente un saluto al capo dello Stato. Voto rinviato in serata invece per Giorgia Meloni: la ressa di fotografi e cronisti che la attendevano al seggio romano di via Beata Vergine del Carmelo a Roma ha spinto la leader di Fratelli d'Italia a rimandare il suo voto dopo le 22, rispetto alle 11 previste, per consentire agli elettori del suo seggio un voto sereno.
Ok con il pollice alzato all'uscita dal seggio e foto con alcuni elettori per Enrico Letta. Il segretario Pd è andato a votare stamattina nel suo quartiere a Testaccio a Roma ma non ha rotto il silenzio elettorale. Fuori dalla porta del seggio alcuni elettori lo hanno aspettato e gli hanno chiesto di fare un selfie. "Ciao, buona domenica" ha detto il segretario Pd ai fotografi che lo attendevano. Poi ha postato una foto con la scritta "Buon voto!" sui suoi profili social. Poco dopo le nove, ma a Milano, ha votato Matteo Salvini. Il leader del Carroccio ha risposto a lungo ai giornalisti che lo aspettavano, rompendo di nuovo il silenzio elettorale: "Conto che la Lega sia una forza parlamentare sul podio: prima, seconda o terza al massimo". E a chi gli chiedeva se il quarto posto sarebbe una sconfitta, Salvini ha replicato: "Gioco per vincere, non per partecipare".
Carlo Calenda ha votato al suo seggio di via del Lavatore 38 a Roma. "Votate, votate liberamente, senza condizionamenti e senza paure. L'Italia è sempre più forte di chi la vuole debole" ha poi scritto il leader di Azione e del Terzo polo. "Come vuoi che la passi? Angosciato! No, la passerò con mia moglie Violante e i figli" ha poi risposto ai giornalisti che lo aspettavano davanti al seggio. Voto a Firenze con la moglie Agnese per Matteo Renzi. "Noi abbiamo votato. Fatelo anche voi, qualunque sia la vostra opinione politica. La democrazia si alimenta con l'impegno di tutti", ha poi scritto su Twitter il leader di Italia viva. "Mi sembrava che ci fosse parecchia affluenza. Quindi vuol dire che la democrazia funziona", ha detto Romano Prodi dopo aver votato, in centro a Bologna, al liceo Galvani di via Castiglione.