giovedì 16 agosto 2018
Sempre presente e sempre discreta. Forte e tenera. Non ricordo quando ci siamo conosciuti. Sicuramente tanti tanti anni fa. Sicuramente a qualche iniziativa di LIbera...
Rita Borsellino - Foto archivio Ansa

Rita Borsellino - Foto archivio Ansa

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Rita Borsellino è morta il 15 agosto a Palermo all'età di 73 anni. (qui la cronaca).

Piccola grande Rita, sguardo dolce dell'antimafia. Sempre presente e sempre discreta. Forte e tenera. Non ricordo quando ci siamo conosciuti. Sicuramente tanti tanti anni fa. Sicuramente a qualche iniziativa di Libera, l'associazione che contribuì a far nascere raccogliendo l'invito di don Luigi Ciotti. Già, Rita difficilmente diceva di no agli inviti ad esserci. Soprattutto quando l'incontro era coi giovani, coi bambini. Quante volte l'ho ascoltata dialogare con loro, in grandi città o in sconosciuti paesini del Sud. Nonna Rita (come le piaceva essere chiamata così) rendeva facili temi difficili, col sorriso e la delicatezza, e i bimbi la seguivano con attenzione. Le parole giuste come le nonne sanno fare, per trasmettere la memoria. Ma anche mamma Rita e sorella Rita. Soprattutto di altre donne che come lei avevano subito la violenza delle mafie.

Ricordo bene quegli abbracci, quel rincuorare, quel sorreggere, lei piccola e timida, la sofferenze delle altre donne. Sì, l'immagine che più mi ritorna in mente è lei sempre in prima fila nelle Giornate della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, quel 21 marzo, primo giorno di primavera, giorno in cui diceva "la vita sconfigge la morte". Era lì, sottobraccio ad altre donne con cognomi meno noti ma tutte unite dallo stesso dolore.

"La memoria è vita che si coltiva ogni giorno!", ripeteva sempre. Così il suo enorme dolore veniva messo a servizio del dolore degli altri. Non l'ho mai sentita alzare la voce. E anche quando chiedeva giustizia e verità, per suo fratello, per la sua famiglia, per
le tante famiglie vittime delle mafie, lo faceva con la forza della pacatezza. No, non urlava Rita ma c'era sempre. Al di là degli eventi. "Mi sono stufata di contare le persone. La vera antimafia si fa ogni giorno senza stare attenti ai numeri", mi disse una volta nel corso di un convegno rispondendo a chi confrontava le presenze a diversi eventi. No, non ci stava Rita a chi faceva a gara a chi era più antimafia.

La sua antimafia era la vita, quotidiana. Cercando il positivo anche nei momenti più difficili, riconoscendo i "passi avanti verso la verità" ma continuando a chiedere che si andasse avanti. Rita, nonna, mamma, sorella, ha visto crescere, e lo ha ripetuto fino all'ultimo, "l'albero della pace, della giustizia, della verità", come quell'ulivo che la madre volle in via d'Amelio al posto di un monumento. Come ne era orgogliosa, come era orgogliosa di quelle olive prodotte, di quei frutti di un lavoro comune. Lo raccontava sorridendo. E quel sorriso che ha donato a tutti, malgrado tanta sofferenza, è la sua vittoria.

"Paolo è vivo", ci ripeteva sempre. Rita è viva, ora noi dobbiamo ripetere.

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