La coalizione delle opposizioni ci riprova in Basilicata, con Azione che però è indispettita dal metodo e pare orientata a lasciare il "campo largo". Arriva in zona Cesarini , a pochi giorni dalla chiusura delle liste elettorali, l’accordo sul candidato della Basilicata. Alla fine Angelo Chiorazzo fa un passo di lato e con il “campo XL” lancia l’oculista Domenico Lacerenza per la sfida al governatore uscente del centrodestra, Vito Bardi.
Dopo giorni di trattative, spunta il none che mette tutti d’accordo. E a sera, ieri, il comunicato congiunto della formazione civica “Basilicata Casa Comune” con il Pd, il M5s, Avs e +Europa, che presenta Lacerenza, «profilo di alto spessore professionale, già direttore del Dipartimento di chirurgia dell'ospedale regionale San Carlo di Potenza» pronto a «offrire la sua disponibilità quale interprete di un solido progetto politico e sociale per imprimere una svolta nell'amministrazione della Regione Basilicata».
Prima il progetto poi il nome, dunque, come aveva insistito Giuseppe Conte, con la richiesta di ritirare il candidato già in corsa per i dem, l’imprenditore fondatore della cooperativa Auxilium, per non avallare l’immagine di un partito accodato alle scelte altrui. Ora, dunque, «l’agenda di governo regionale che propone questa coalizione, forte della candidatura di Lacerenza, prevede in primo luogo di offrire una sanità di qualità - recita la nota - a tutti i cittadini lucani: una sfida essenziale per rilanciare un territorio che ha sofferto profondo disagio» sul «diritto alla salute e il diritto alle cure».
Da sempre nel campo della sanità, Lacerenza appare quasi disorientato dalla scelta, di cui si dice «onorato» e «responsabilizzato», nella speranza di «essere all’altezza». E di fatto il suo nome arriva dopo tante discussioni e soprattutto dopo la sconfitta in Abruzzo, che però, giurano al Nazareno, non fa vacillare gli alleati. Non almeno la segretaria del Pd e i 5s (o almeno una buona parte).
«Il dialogo di questi giorni ci ha portati al risultato. Il lavoro condotto con la segretaria Elly Schlein e il presidente Conte è stato unito in modo virtuoso con il lavoro di semina condotto da Basilicata Casa Comune in questi mesi», riassume Chiorazzo, che apprezza il candidato civico «del campo progressista, fortemente impegnato nel sociale».
Per la segretaria del Pd è un altro punto messo a segno sul curriculum. La leader dem non ha mai smesso di credere nella possibilità di costruire un’alleanza solida, tanto più in Basilicata dove si terranno toni più pacati rispetto agli ultimi giorni della campagna abruzzese, ma dove il centrodestra sembra maggiormente in difficoltà. E per la trattativa quanto mai serrata ringrazia il suo responsabile dell’organizzazione Igor Taruffi, che ha lavorato a stretto contatto con il Pd locale e con le realtà della regione.
Ora si attende la decisione di Carlo Calenda, che sabato e domenica sarà in Basilicata per consultarsi con i fratelli Pittella sul nome di Lacerenza. Marcello Pittella, però, non ha dubbi: «Nessun confronto con noi, la sinistra ha ormai un leader che dà le carte, è Giuseppe Conte». Calenda in precedenza aveva incalzato la segretaria del Pd, ancora ieri, dicendosi pronto a ragionare su Chiorazzo, purché dal Nazareno si mettesse un freno alle richieste dei 5 stelle. Una mossa conciliante dopo che si era ventilata l’ipotesi che Azione avrebbe sostenuto Bardi. Ma a questo punto, dopo la dura reazione di Pittella, sembra davvero difficile che Calenda possa sottoscrivere la candidatura di Lacerenza. Lo stesso leader, a ore di distanza dall'annuncio di Lacerenza, è nettissimo: «Dopo mesi di veti e controveti interni, Giuseppe Conte ha annunciato il candidato e il perimetro della coalizione per la Basilicata. Con somma gioia rivendica di aver imposto al Pd un veto su Azione. Il dato positiv è che la "sinistra" ha scelto finalmente il suo campo e il suo leader, ma non è il nostro...»