martedì 18 giugno 2024
Oggi l'udienza. Sotto accusa ci sono gli amministratori pubblici che dal 2015 al 2019 hanno avuto una responsabilità, tra cui tre sindaci. Il Comitato Torino Respira spiega le ragioni dell'esposto
Una veduta di Torino, avvolta da una cappa grigia di smog

Una veduta di Torino, avvolta da una cappa grigia di smog - Ansa

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È stato già definito il “processo smog”. Citati a giudizio per il reato di inquinamento ambientale colposo ci sono gli amministratori pubblici comunali e regionali che dal 2015 al 2019 hanno avuto una responsabilità rispetto alla tutela della qualità dell'aria della città di Torino. Una lista lunghissima, senza colori politici: ci sono l'ex sindaca Chiara Appendino, i suoi predecessori Sergio Chiamparino e Piero Fassino. E poi tutti gli assessori che hanno avuto deleghe all'Ambiente mentre questi sindaci amministravano. In particolare, viene contestato agli imputati il fatto di non avere adottato misure efficaci per evitare il continuo sforamento dei limiti di concentrazione degli inquinanti nell'aria stabiliti dalla legge. La novità? «Si tratta del primo processo penale in Italia di questo genere, nel quale viene contestato agli amministratori degli enti pubblici territoriali il reato di inquinamento ambientale colposo, che il legislatore ha introdotto nel 2015 per una più incisiva tutela dell'ambiente» sottolinea il Comitato Torino Respira che oggi, per la prima udienza, chiede di costituirsi parte civile.

L'esposto che ha dato il via alle indagini che hanno poi portato al rinvio a giudizio degli amministratori torinesi è stato presentato ormai più di sette anni fa «e la cosa che mi ha sorpreso di più quando ho cominciato a cercare dati per farlo - spiega Roberto Mezzalama, che del comitato è presidente - è stata che sui siti del Comune e della Regione fossero pubblicate relazioni degli epidemiologi dell'Arpa che parlavano chiaramente di molte centinaia di morti a causa dello smog ogni anno. Quindi era evidente come gli amministratori fossero perfettamente a conoscenza della situazione, ma non stessero affatto prendendo le decisioni necessarie a risolvere il problema». Se il Tribunale di Torino deciderà di proseguire il processo, i cittadini mobilitati ne sono convinti, nelle udienze successive si aprirà un confronto molto importante tra accusa e difesa, con contributi di autorevoli esperti di entrambe le parti, «per comprendere le ragioni del grave stato di inquinamento dell'aria di Torino, i danni alla salute provocati dallo smog e anche le eventuali responsabilità di coloro che avevano il compito di tutelare la qualità dell'aria e la salute dei cittadini - aggiunge Marino Careglio, avvocato di Torino Respira -. Questo approfondimento potrà rappresentare un elemento di riflessione importante anche per gli attuali e futuri amministratori pubblici».

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