sabato 7 settembre 2024
La premier: attenti alla propaganda russa. E ancora: lavoreremo per una pace giusta e duratura
Meloni faccia a faccia con Zelensky: non abbandoneremo Kiev
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A quasi tre anni dall’invasione russa dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky torna in Italia e si mostra ottimista sulla fine del conflitto. A Cernobbio, dopo il bilaterale con la premier italiana Giorgia Meloni, il presidente ucraino parla del suo «piano che sarà pronto a novembre e che presenterò al presidente Biden, ai candidati Trump e Harris, e ai leader del G7 perché voglio sapere cosa ne pensano».


E al Forum Ambrosetti, Zelensky vede anche oltre 30 aziende italiane leader di vari settori con cui discute di cooperazione con le imprese di Kiev, in funzione della ricostruzione del suo Paese, devastato dal conflitto. «La ricostruzione dell’Ucraina – dice – dovrebbe includere l’introduzione di tecnologie innovative e infrastrutture moderne». Ma il rapporto di collaborazione, aggiunge, dovrebbe riguardare anche i settori della difesa, della costruzione di macchinari, dell’energia, dell’aerospazio e dell’informatica. La road map per la pace per ora resta riservata, ma a «garanzia del cessate il fuoco» si prevede anche un ruolo attivo dei partner occidentali, spiega il presidente dell’Ucraina, che ringrazia il nostro Paese per la collaborazione a cui non è mai venuto meno.
«Ringrazio Giorgia Meloni e il popolo italiano per il loro sostegno e il lavoro congiunto per ripristinare una pace giusta», dice ancora Zelensky, confermando che questo è stato il cuore del faccia a faccia con la premier italiana, insieme al piano per la ricostruzione del Paese bombardato, «compreso il suo sistema energetico». E ancora, spiega, «abbiamo apprezzato la decisione dell’Italia di ospitare la prossima Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina nel 2025».

Ma che ci sia ancora tempo prima di arrivare alla soluzione del conflitto lo dimostra un altro tema sul tavolo del bilaterale: quello del «sistema di difesa aerea Samp/T». Insomma, la posizione italiana resta contraria all’operazione «preventiva» nella regione di Kursk, e di questo si rammarica da Bruxelles l’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri Josep Borrell, che pure apprezza le parole di ieri di Meloni. Come le apprezza anche il commissario italiano Paolo Gentiloni, che lavora sul prestito a Kiev «di 50 miliardi basato sugli extra profitti degli asset russi immobilizzati».

Borrell però sottolinea come «sarebbe molto meglio se consentissimo all’Ucraina di difendersi in modo efficiente, perché altrimenti la Russia la sta distruggendo in piena impunità». E Zelensky insiste sulla necessità dell’intervento nei confini russi, dopo che «l’intelligence americana e di altri Paesi occidentali ci aveva avvertito che la Federazione russa stava cercando di occupare Kharkiv e la regione di Sumy per creare una zona cuscinetto a nord dell’Ucraina. A Kharkiv li abbiamo fermati, per Sumy abbiamo fatto un’azione preventiva a Kursk per difendere la città. Avevamo il diritto di farlo», incalza. Anche perché, aggiunge, «tutti i missili a lungo raggio che vengono lanciati dalla Russia, inoltre, hanno componentistica occidentale, pezzi di Taiwan, pezzi cinesi. Abbiamo tutte le prove. Putin non ha un solo missile a lunga gittata che sia costruito interamente con componenti russi».

Ma se il presidente ucraino conferma di «non aver alcun problema col governo italiano», che si è dissociato dal consentire l’uso delle nostre armi oltre i confini dell’Ucraina, Meloni assicura, appunto, che insieme a Zelensky «abbiamo discusso di come continuare a lavorare per garantire la legittima difesa e per arrivare a una pace giusta». Insomma, conferma, «le tesi che sostenevo due anni fa sull’Ucraina sono le stesse che sostengo adesso da presidente del Consiglio: sull’Ucraina non dobbiamo mollare e dobbiamo continuare a sostenerla». Da Palazzo Chigi anche una nota riassume il vertice a margine del Forum. La presidente del Consiglio, spiega, «ha ribadito la centralità del sostegno all'Ucraina nell'agenda della Presidenza italiana del G7 e il continuo impegno a favore della legittima difesa dell'Ucraina e di una pace giusta e duratura».

E ricorda la ormai «prossima Ukraine Recovery Conference» che si svolgerà nel nostro Paese con il nuovo anno. Intanto, con l’inverno che si avvicina e gli attacchi russi che si intensificano, la premier ha discusso ieri anche «della situazione sul terreno e delle più immediate necessità dell'Ucraina».

Un’ulteriore conferma della continuità della piena collaborazione. Con l’ottimismo del presidente ucraino, per il quale «siamo più vicini alla fine della guerra».


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