Vita

Il caso. Ucraina, neppure le bombe fermano il mercato delle madri surrogate

Antonella Mariani sabato 12 marzo 2022

L'immagine simbolo del profilo Twitter di BiotexCom

Madri "in affitto" e bambini nati su commissione sono le altre vittime collaterali della guerra in Ucraina. Il Paese che due settimane fa ha subìto l’assalto delle truppe russe è la seconda meta mondiale per la Gravidanza per altri (Gpa), con un numero variabile tra i 2.000 e i 2.500 bambini nati ogni anno. Nel fiume di notizie di morte e distruzione che arrivano dall’Europa dell’Est, è passato sotto silenzio un altro dramma. Quello delle madri surrogate che hanno partorito nelle ultime settimane o che partoriranno nelle prossime, e dei figli che dovranno attendere a tempo indeterminato l’arrivo delle coppie straniere che diventeranno la loro famiglia legale, così come era accaduto durante il primo lockdown globale a causa del Covid. Uno scenario che si ripete, dunque, con risvolti più drammatici. Sarebbero 800 le donne incinte per conto di coppie straniere che hanno scelto l’Ucraina per il prezzo basso e la grande disponibilità di ragazze che affittano il loro utero a causa della povertà, e oltre 2mila le coppie straniere che hanno congelato embrioni nelle 33 cliniche che offrono servizi di Gpa. Alcuni report di giornali europei parlano di 40 coppie inglesi e 14 irlandesi che hanno richiesto l’assistenza dei rispettivi ministeri degli Esteri per far uscire i neonati dall’Ucraina. La settimana scorsa è stata organizzata l’evacuazione da Kiev delle famiglie italiane, una decina delle quali avevano al seguito bambini appena nati. Un altro dilemma riguarda le madri "portatrici", che, come ha scritto The Atlantic, subiscono le pressioni dei committenti stranieri per lasciare il Paese e mettersi in salvo fino alla data del parto, ma non se la sentono di abbandonare la propria famiglia e gli eventuali altri figli in una situazione di guerra. La clinica BiotexCom, divenuta famosa in tutto il mondo per le immagini delle decine di neonati parcheggiati in un hotel di Kiev con le baby sitter nella primavera 2020, pochi giorni prima dell’aggressione russa all’Ucraina ha pubblicato il video "rassicurante", rivolto ai clienti stranieri, del nuovo bunker allestito nei pressi della sede della clinica. Lo spazio antiaerei può ospitare 200 persone, ed è equipaggiato di brandine e culle, alimenti, attrezzature sanitarie, prodotti per l’igiene. Oltre a quello dell’incolumità fisica, c’è poi il problema degli atti di nascita: gli uffici anagrafe sono chiusi e dunque i bambini sono privi di un certificato che consenta loro di lasciare il Paese in modo regolare.