Intervista. «La maternità surrogata 'solidale'? Non esiste, ecco perché»
Una manifestazione contro la maternità surrogata a Parigi
Maria Sole Giardini è una «ragazza Roki»: affetta dalla Sindrome di Rokitansky, è nata senza utero. È lei la testimonial della nuova iniziativa dell’Associazione radicale Luca Coscioni per la regolamentazione della Gravidanza per altri (Gpa) nel nostro Paese, oggi vietata (debolmente). Ma c’è chi vorrebbe legalizzarla con la tattica già collaudata col suicidio assistito, protagonista dj Fabo: un caso singolo, umanamente toccante, che diventa emblematico per ottenere in via di eccezione una prima breccia, attraverso la quale poi – di ricorso in sentenza – creare col tempo le condizioni per una legittimazione senza più limiti. «Con Maria Sole ci stiamo preparando ad andare nei tribunali e a percorrere la via legale per far sì che, in assenza di una legge, la Gpa altruistica e solidale sia autorizzata nel nostro Paese, caso per caso». È chiaro che l’obiettivo vero è l’approdo a una normativa che superi il divieto di Gpa contenuto nella legge 40 sulla procreazione assistita, grazie al 'cavallo di Troia' dell’altruismo. Da lì a far cadere tutti gli argini il passo è breve: se la surrogazione di maternità verrà autorizzata per Maria Sole (che ha trovato tramite una selezione di candidature una donna disposta ad affrontare una gravidanza per lei), perché non dovrebbero averne diritto anche altre donne? E perché non un uomo? Il concetto stesso di Gpa solidale è per la stragrande maggioranza dei casi solo una finzione, come ha spiegato ieri su queste pagine Assuntina Morresi nella sua analisi sul caso inglese: per la madre 'portatrice' c’è sempre un compenso, anche se mascherato da rimborso spese.
Non c’è differenza tra maternità surrogata commerciale e altruistica: c’è sempre un compenso per la donna che rinuncia al legame col figlio che ha portato in grembo per nove mesi. È molto netta Daniela Danna, sociologa già all’Università Statale di Milano e ora all’Università del Salento, ricercatrice sulle questioni di genere e autrice di numerosi libri sulla surrogazione di maternità, o Gestazione per altri (Gpa).
Nel suo ultimo libro, «Fare un figlio per altri è giusto. Falso!», pubblicato per Laterza nel 2017, scrive che la differenza tra Gpa altruistica e Gpa commerciale non esiste. Perché?
Non c’è differenza dove la legge è basata sull’'altruismo' e dove si ammette il commercio, perché ci sono sempre 'rimborsi spese' ricevuti dalle cosiddette portatrici. Che sono piuttosto le madri che vengono retribuite perché consegnino i loro neonati, fingendo che la venditrice non ne sia la madre. 'Altruistica' è l’etichetta che fa funzionare meglio l’istituto giuridico della compravendita di un neonato commissionato in contesti dove è meno accettata la retribuzione per tale compravendita. Sono queste le parole corrette per descrivere quello che, indorando la pillola, chiamano 'gestazione per altri': è la compravendita di un essere umano procreato a questo scopo. Questo è il motivo per cui le madri, che chiamano 'portatrici' per ingannare, non possono praticamente mai recedere dal patto e continuare a essere madri del loro neonato, ma se ne devono forzatamente separare. Sono state ridotte a vendere la loro relazione materna, a consentire il distacco da sé del loro figlio o figlia, che alla nascita conosce benissimo sua madre e ne ha bisogno. Ci sono donne 'generose' – o autodistruttive – che lo farebbero anche in assenza di compenso, ma l’industria della compravendita di neonati commissionati non può basarsi su di loro perché sono poche: per trovare donne disponibili si deve offrire un guadagno di decine di migliaia di euro, chiamandolo 'rimborso spese' per lavare la coscienza di tutti.
La campagna dell’Associazione Coscioni per portare in tribunale le ragioni di una donna nata senza utero che chiede di poter accedere alla Gpa agisce proprio sul concetto di altruismo. Ma anche un uomo nasce senza utero: potrebbe un domani reclamare lo stesso diritto?
Sì, certamente, anche se non è detto che la retorica dell’antidiscriminazione funzioni. In Grecia i tribunali hanno riconosciuto valore alla differenza sessuale, negando a un uomo la facoltà di ordinare un neonato che lì invece una donna ha. Ma il pericolo c’è: in Gran Bretagna e Olanda invece i soggetti di tale facoltà sono diventati sempre più numerosi. Una volta abolito per qualcuna il principio mater semper certa est, secondo cui la legge osserva il fatto che una donna partorisce e le attribuisce per questo la relazione materna, la negoziabilità del legame - e quindi la sua commerciabilità - si troverà in balia di qualunque istanza 'antidiscriminatoria'. Del resto, la surrogazione di maternità non è affatto una terapia per donne senza utero, ma un nuovo istituto giuridico che stabilisce una nuova modalità di filiazione. Perché dunque non dovrebbero potervi accedere donne con utero, coppie anche anziane, uomini soli? Perché non usare oltre ai gameti propri anche quelli altrui se si è vecchi, se ne si è privi, se si preferisce così? Ripeto che è implicita anche l’introduzione di compensi comunque vengano chiamati, perché se Maria Sole ha trovato alcune donne disponibili, quante altre ce ne saranno in Italia disposte a fare un figlio per separarsene senza ricevere altro che gratitudine? In ogni caso, una madre non può disporre della sua relazione materna, né vendendola né 'regalandola' per solidarietà. Si tratterebbe di una grave violazione del diritto del neonato alla continuità familiare. Il neonato può perdere questo diritto umano solo per cause di forza maggiore, in circostanze regolate dall’istituto dell’adozione, che si basa sull’assenza di lucro e sull’intermediazione pubblica per accertare l’idoneità dei richiedenti, cosa che nella compravendita di neonati commissionati viene totalmente a mancare. I radicali sono fondamentalisti del libero mercato, e usano solidarietà e altruismo allo scopo di creare quei nuovi mercati di cui il capitalismo in crisi ha bisogno.
Lei ha studiato la Gpa 'altruistica' consentita in diversi Paesi, tra cui Canada e Gran Bretagna. Funziona?
Questi sono i luoghi in cui risulta evidente che non ci sono donne altruiste a sufficienza per soddisfare la domanda di neonati commissionati. Quindi i 'rimborsi spese' si gonfiano, i tribunali chiudono sempre più gli occhi, e le donne generose diventano sempre più le immigrate.