La riforma. In Vermont ok al suicidio assistito anche via Zoom
Una volta legalizzata la "morte a richiesta" nelle sue diverse forme, poi non ci si ferma più. Un’evidenza che andrebbe attentamente considerata quando si discute di introdurre forme pur circoscritte di assistenza medica al suicidio. Dov’è già legale, si arriva facilmente a introdurre forme prima impensabili allo scopo di rendere la procedura più snella ed efficiente, sbancando così uno dopo l’altro i vincoli introdotti all’inizio per restringere ai soli casi estremi il ricorso al suicidio o all’eutanasia.
Un nuovo, clamoroso esempio arriva ora dal Vermont: nello Stato dell’est degli Usa è stata modificata la legge che nel 2013 aveva depenalizzato il suicidio assistito per i malati terminali introducendo la possibilità di effettuare in telepresenza i due colloqui obbligatori – a due settimane di distanza – con il medico chiamato a valutare se sussistono le condizioni per accedere alla pratica, cioè la terminalità della malattia e la piena consapevolezza della scelta. D’ora in poi chi chiede al dottore di prescrivergli i farmaci letali da autosomministrarsi potrà farlo anche via Zoom o Skype da casa sua collegandosi con il proprio medico se questi «ritiene che l'uso della telemedicina sia clinicamente appropriato». La riforma viene presentata come un modo per facilitare la procedura, eliminando però così ogni contatto umano, tanto spesso invece risolutivo nel fare sentire l’aspirante suicida ancora indispensabile al suo prossimo e alla società.