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“Uomini e donne”, il trash è senza fine

Andrea Fagioli giovedì 30 aprile 2020
Stando a tvblog, sito sempre ben informato e punto di riferimento essenziale per chi si occupa di televisione, dal 4 maggio, insieme alla Fase 2, dovrebbe tornare la versione tradizionale di Uomini e donne, il programma più longevo di Maria De Filippi, in onda dal 1996 su Canale 5. Non sentivamo certo la mancanza di questo format con il quale non siamo mai stati teneri e «che mette a confronto - come dicono gli autori - diverse generazioni di uomini e donne in cerca d'amore», perché come ben sappiamo l'amore si trova in tv a ogni età. Il problema è che in questo periodo (dal lunedì al venerdì alle 14,45), causa Fase 1, sta andando in onda la “versione digitale”, che è pure peggio. Il che è tutto dire. In un paio di stanze stile “Grande fratello”, con telecamere dappertutto, stazionano davanti al proprio pc Gemma Galgani e Giovanna Abate, sempre a distanza sociale anche al momento del noto caffè che ormai sponsorizza tutte le produzioni televisive senza distinzione di sorta. In un altro ambiente, in collegamento video, ci sono Tina Cipollari e Gianni Sperti. Qualcuno potrebbe chiedere chi sono costoro. Domanda legittima. Chi conosce per sua sventura il programma sa che si tratta di troniste, tronisti ed ex troniste della versione classica. Per tutti gli altri diciamo che Gemma e Tina sono due donne mature classificate come personaggi televisivi la cui specializzazione sarebbe il corteggiamento. Insomma, sono creature della De Filippi, forgiate apposta per Uomini e donne, il cui ruolo è quello di litigare tra loro. Giovanna è la versione giovane delle altre due, mentre Gianni è un ballerino. Gemma e Giovanna attendono messaggi da misteriosi spasimanti, la Maria nazionale con voce fuori campo (ancor più stile Grande fratello) li legge, Tina e Gianni li commentano, Gemma e Tina si battibeccano come da copione. In questa versione di corteggiamenti virtuali, Uomini e donne mostra ancora di più la sua insulsaggine. Per capirlo basterebbe riproporre qualche dialogo, ma ve lo risparmiamo volentieri per concludere apprezzando almeno la scelta di andare in onda nonostante l'emergenza sanitaria e quindi di salvaguardare almeno in parte il lavoro delle maestranze anziché ricorrere alla cassa integrazione.