Un bianco calendario
Così quest'anno davanti alla vetrina un po' dentro di me tremavo. Che ci sarà in agguato in quelle pagine bianche? (Statisticamente, passando gli anni gli addii si fanno più frequenti).
Lo so, la mia è una paura non cristiana, che in fondo crede a un caso oscuro e non a un disegno di Dio. Vero: ma certi schiaffi lasciano il segno.
Alla fine però un calendario in cucina ci vuole. Ho optato per quelli che si trovano in campagna, con le fasi della luna e i giorni per la semina dei pomodori, e per la potatura. Non che io abbia, sul mio balcone milanese, niente da seminare. Però mi piace trovare al mattino sul calendario questi promemoria antichi. Mi sembrano i segni di un altro tempo, fedele. Un tempo dentro un disegno, che non tralascia un solo istante di noi. Dove tutto verte verso un destino, che - nonostante e attraverso ogni dolore - è misteriosamente buono.