Storie di binari, 2
Una mattina, dai sassi al nostro passare sbucò di colpo una vipera: fulminea, verde, la lingua biforcuta protesa a mordere.
«Una vipera!», gridò il mio fratello grande, e tutti saltammo via dai binari, spaventati. Era, in realtà, una vipera molto piccola, lunga pochi centimetri, giovanissima. Tuttavia, una vipera: e mio fratello prese a lanciarle sassi. Uno, due, tre sassi: la bestiola cercò di fuggire, poi si rovesciò esanime sul dorso. Io allora scoppiai a piangere: «Ma era piccola! Era una vipera bambina! Non dovevi!». E ce ne volle, per farmi smettere.
Piangere per una vipera - a quattro anni che cose strane si fanno. C'è spesso però, nei bambini molto piccoli, come una naturale tenerezza verso tutto il Creato, come un istintivo senso di fratellanza con tutto ciò che vive.
Un'orma addosso, scritta - che poi, col tempo, sbiadisce.