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Radio2: “Caterpillar” va oltre le sbarre

Andrea Fagioli sabato 23 marzo 2024
La radio in tv, la cosiddetta visual radio, un tempo esperimento per dare un volto a una voce, si è rivelata un format efficace, che aumenta la cosiddetta offerta crossmediale: la contaminazione tra radio, televisione e piattaforme on line. Prova ne siano Radio 2 Social club e Radio 2 Happy family, ma se vogliamo anche il recente speciale di Caterpillar («Un po’ dentro un po’ fuori») che la nota trasmissione radiofonica, sempre di Radio 2, ha dedicato alla Casa di reclusione di Bollate, andando in onda per la circostanza anche in tv sul canale 202 del digitale terrestre (poi su RaiPlay), intervallando il collegamento dall’interno del carcere, condotto da Massimo Cirri, con lo studio Rai di Corso Sempione con Sara Zambotti. In questa caso non c’era un’impostazione in parte già televisiva come negli altri programmi rammentati, anzi: qui anche la conduzione restava piuttosto radiofonica, così come radiofonici erano gli stacchi musicali. Ma ciò non toglie interesse a un programma estremamente valido per avere affrontato il tema della rieducazione del detenuto e per aver mostrato, grazie proprio alla tv, il volto di uomini che hanno sbagliato, che lo ammettono e che s’impegnano per quella riabilitazione a cui hanno diritto e per la quale Bollate è un esempio, un carcere scherzosamente definito «a cinque sbarre». E qui sta l’altro merito del programma: non aver rinunciato a quell’ironia, che è anche la cifra stilistica in generale della conduzione di Cirri, che ha finito per creare empatia nei confronti di persone «dentro» spesso rifiutate da «fuori». Commovente la madre a cui hanno ucciso la figlia e che ora fa la volontaria in carcere: «Conoscevo il mio dolore, ma non conoscevo il dolore che c’era dall’altra parte». Padre Lucio Boldrin, cappellano di Rebibbia, ha inviato un messaggio in diretta: «Non avete idee di quanto sia importante questa puntata». © riproduzione riservata