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Prime: “I fuori gioco”, il teatro nel cinema

Andrea Fagioli sabato 2 marzo 2024
«Albert Einstein diceva che il valore di una società si misura dalle opportunità di progredire che offre a ogni individuo. Non poteva immaginare che dopo tanto tempo sono ancora in pochi a emergere, mentre una moltitudine annaspa e spesso soccombe. Chi è diverso resta un escluso, un emarginato». Questo stando alla voce fuori campo mentre scorrono i titoli di testa del film I fuori gioco, di Diego Cannavò, da ieri disponibile su Prime Video. La particolarità della pellicola è di essere prodotta dal Centro studi artistici di Acireale, presieduto dall’attore Carmelo Rosario Cannavò, di essere girata nella stessa città in provincia di Catania, di portare nel cinema il teatro con la sua funzione terapeutica e di raccontare casi di riscatto giovanile attraverso la storia di Totò, un attore in declino (interpretato dalle stesso Carmelo Rosario Cannavò), che chiede e ottiene di organizzare all’interno di un liceo un corso di teatro. Gli vengono però affidati inizialmente solo quegli studenti che rappresentano un peso per il prestigio della scuola, considerati sfigati dagli altri compagni, e per i quali si prospetta la bocciatura. L’incontro fra Totò e i ragazzi «difficili» avvia un processo sociale che pian piano, maturando anche attraverso episodi sconvolgenti (pedofilia, incidenti, pandemia…), sorprenderà tutti. I ragazzi, dapprima chiusi nei loro disagi e nelle loro paure, scoprono che insieme (ribattezzandosi come gruppo «I fuori gioco») possono affrontare la vita e le situazioni difficili. Alcuni momenti sono un po’ didascalici, qualche attore comprimario non sempre all’altezza, ma i ragazzi sono tutti piuttosto bravi e la bontà dell’iniziativa, con il suo messaggio di speranza, non è in discussione, così come alcune soluzioni cinematografiche che ampliano la magia di quel teatro, rappresentato nel film, dove tutto è finto, ma niente è falso. © riproduzione riservat