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Omaggio a Milva, voce intramontabile

Andrea Fagioli sabato 4 maggio 2024
Come suol dirsi è un ritratto d’artista a tutto tondo, emotivo, introspettivo, a tratti leggero, a tratti drammatico, quello proposto ieri sera da Rai 3 con il docu-film di Angelo Longoni Milva, diva per sempre, dedicato alla cantante e attrice nata nel 1939 a Goro, in provincia di Ferrara, e per questo definita la «Pantera di Goro», morta a Milano tre anni fa. Il racconto, la cui parte fiction si limita ad alcune immagini infantili, si snoda attraverso una serie di testimonianze, tra tutte quella fondamentale della figlia Martina Corgnati, e tanto materiale di repertorio grazie a quel patrimonio immenso che sono le Teche Rai e che ci permette di riascoltare grandi interpretazioni di Alexanderplatz, di Lili Marlen o di Canzone. Così il docufilm, prodotto da Cosmo P. Eu in collaborazione con Rai documentari, ripercorre l’evoluzione artistica di Maria Ilva Biolcati, in arte Milva, dalla vittoria al concorso delle voci nuove al teatro impegnato con Giorgio Strehler, dalle esperienze con cantautori come Enzo Iannacci e Franco Battiato a quelle con poeti come Alda Merini e scrittori come Paolo Maurensig. Battiato definì camaleontica la voce di Milva in quanto estremamente duttile, capace di interpretare tutto. Ma Longoni, di quest’artista poliedrica, non si limita a ripercorrere la vita pubblica, entra anche nel privato facendoci scoprire all’inizio una donna intimamente religiosa, assidua alla Messa, per poi raccontarci gli amori e le passioni (dal primo marito Maurizio Corgnati a Mario Piave, a Massimo Gallerani), gli scandali e le fragilità, compresa una depressione che la figlia definisce «brutale». Ad ogni modo, con la sua inconfondibile chioma rossa, la voce dal timbro particolare e la padronanza scenica, l’immagine di Milva che emerge dal docufilm è quella appunto di una «diva per sempre», ovvero di un’artista per più motivi indimenticabile. © riproduzione riservata