occhi aperti o chiusi
c'è una spiritualità più "introversa", incline a rinchiudersi nel mistero che ogni creatura ha dentro di sé, considerandolo come il microcosmo nel quale scoprire Dio. È facile osservare che entrambe queste prospettive possono degenerare nella pratica. Non è raro, infatti, vedere la riduzione del cristianesimo a puro impegno caritativo, spogliandolo della sua dimensione mistica e trascendente. Come è frequente anche in Occidente, la tentazione di ritirarsi in se stessi, ignorando il mondo con le sue miserie, decollando dalla realtà quotidiana verso cieli mitici e mistici. È, allora, necessario ritrovare la forza della testimonianza trascinatrice, avere occhi ben aperti per lottare contro il male ma è altrettanto indispensabile rientrare in se stessi nella preghiera per alimentarsi alla sorgente dell'intimità divina. È solo attraverso questo equilibrio tra lo sguardo esteriore, vigile e capace di giudicare, e lo sguardo contemplativo dell'anima che si ha la vera spiritualità.