Il Fondo di previdenza per il clero non è esclusivo dei sacerdoti cattolici. Vi partecipano anche i ministri di culto di numerose confessioni religiose, per la maggior parte riferibili all'area protestante.
Ad oggi sono presenti nel Fondo Clero venti confessioni religiose diverse da quella cattolica. Ultima, da poco arrivata, è l'Associazione dei Cristiani Ortodossi in Italia - Giurisdizioni Tradizionali (A.C.O.), diffusa soprattutto nel Nord e nel Centro Italia, che si riconosce nell'ortodossia più tradizionalista, ispirata alla chiesa greca e romena.
Il decreto ministeriale che autorizza le nuove iscrizioni al Fondo riporta, in particolare, alcune disposizioni che documentano la disastrosa trascuratezza con cui sono stilati simili provvedimenti. Grave, ad esempio, è avere il requisito della cittadinanza italiana per ottenere l'iscrizione al Fondo, tranquillamente azzerato invece dalla legge 488/99.
Si stabilisce poi che i ministri ortodossi possono rinunciare a sospendere sia l'iscrizione sia il pagamento dei contributi. Questa concessione era una facoltà riconosciuta ai sacerdoti che nel 1960 (non esistendo prima il Fondo Clero) risultavano assicurati come lavoratori dipendenti, mentre nel 1974 avrebbero dovuto iscriversi al Fondo appena nato.
Gli interessati erano un numero chiuso che, col passare del tempo, hanno via via raggiunto il pensionamento, l'ultimo dei quali abbondantemente nel secolo scorso. Un'altra disposizione del decreto impone al rappresentante legale dell'Associazione ortodossa l'obbligo di trasmettere all'Inps tutte le domande di pensione di vecchiaia e di invalidità. Questa imposizione riduce la libertà di un ministro ortodosso di poter presentare personalmente la domanda a qualsiasi ufficio Inps. Non solo, ma eventuali ritardi nella presentazione collettiva delle domande spostano la decorrenza delle pensioni con evidenti danni economici. In definitiva si impone, per decreto, una diversità di trattamento con tutti gli altri iscritti al Fondo Clero, tanto più deplorevole perché coinvolge in questo sistema perfino i familiari superstiti (per la pensione di reversibilità) che sono invece personalmente estranei ai doveri del Fondo.
Contributi anteriori. Il recente aumento dei contributi sacerdotali a 1.413,00 euro, ha effetto anche sui versamenti dovuti per gli anni 2004, 2005 e 2006. Per ciascuno di questi anni la differenza ancora da versare è di 34,44 euro; per tutti e tre gli anni di 103,32 euro. Il conguaglio corrisponde, per ogni singolo bimestre, a 5,74 euro e per ogni singolo mese di iscrizione a 2,87 euro.
Poiché le differenze interessano anche il mese di dicembre 2006, l'Inps precisa che la sistemazione dei versamenti, per tutti i tre anni considerati, scadrà il 31 gennaio prossimo, senza aggravio di interessi. Dovranno provvedere personalmente i sacerdoti cattolici, solo se non remunerati e per i periodi extra sostentamento o previdenza integrativa.