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“Non uccidere”, un noir interessante

Andrea Fagioli mercoledì 14 giugno 2017
Susanna Bianco, una donna ospite in un centro di assistenza per donne maltrattate, viene uccisa in circostanze misteriose. I sospetti ricadono su Thomas, suo marito, già accusato di violenza nei confronti della moglie. Solo l'intuito di Valeria Ferro, ispettore della Squadra omicidi di Torino, riesce a fare luce sui fatti: l'assassino è il figlio. Con questo caso, seguito da un secondo episodio, ha debuttato lunedì in prima serata su Rai 2 la seconda stagione del poliziesco Non uccidere con Miriam Leone nei panni (i soliti jeans e golfino grigio) della protagonista. Non sappiamo in proposito quanto però abbia funzionato il lungo riepilogo iniziale sulle vicende personali della Ferro per chi non ha visto la precedente serie, tenuto anche conto dal cambio di rete, da Rai 3 a Rai 2, e che nella prima serie era stato addirittura modificato giorno di programmazione, dal venerdì al sabato, perché la fiction non tirava. A parte questo riassunto in funzione soprattutto del secondo episodio, Non uccidere, di cui questa sera vanno subito in onda anche il terzo e quarto episodio, si conferma prodotto interessante (nonostante l'insistenza su delitti consumati all'interno di famiglie o comunque di comunità chiuse), un qualcosa tra noir e thriller, dai toni e dai colori simili alle analoghe serie nordiche. Ma quello che più conta, questa volta, è l'esperimento tentato dalla Rai, che ha messo in rete in anticipo, sulla propria piattaforma Rai Play, tutti gli episodi della seconda serie fino al giorno, lunedì scorso, in cui sono partiti nel modo tradizionale sul teleschermo le prime sei serate (le altre sei, per altri dodici episodi, andranno in onda in autunno). Dimezzata per questo anche la lunghezza degli episodi, ridotti da cento a cinquanta minuti secondo il modello internazionale. Non sappiamo quale risultato numericamente parlando abbia ottenuto l'anteprima on line (la prima tv si è fermata a un modesto sei per cento di share), ma si tratta comunque del tentativo di allargare la platea televisiva verso un pubblico che normalmente non segue la tv generalista, che invece ama le serie su Sky o su Netflix. Fra l'altro l'esperimento, fortemente voluto dall'ex direttore generale della Rai Antonio Campo Dall'Orto, sarà riproposto in autunno con altre serie tra cui alcune di sicuro successo come Rocco Schiavone e L'ispettore Coliandro.