Monitor al posto delle icone: le croci piantate nelle notizie
Delle sette immagini proposte da Luca Bortoli per la Via Crucis dello scorso venerdì, che sono tutte immagini di vittime, segnalo la prima e la quarta. L'ingiusta condanna di Gesù, al termine di quello che oggi chiameremmo un «processo sommario», è associata alla protesta della giovane donna violentata il 5 marzo a San Giorgio a Cremano, allorché ha appreso della libertà concessa ai suoi aguzzini fino a che non verranno processati e, si presume, condannati. «Signore, sostieni tutti gli uomini e le donne chiamati ad amministrare la giustizia. A loro l'onere del giudizio sulle vite altrui. A noi il compito di comprendere e, nel caso, di indignarci, al solo scopo di migliorare la società in cui viviamo».
La croce presa sulle spalle da Simone di Cirene, per alleviare le sofferenze di Gesù, viene meditata attraverso la catastrofe naturale abbattutasi su 1,7 milioni di abitanti del Mozambico, che ha rapidamente acceso la solidarietà delle organizzazioni umanitarie, in particolare quelle ecclesiali. «Signore, la generosità dei primi giorni verso il Mozambico, sulla scia della compassione, non si spenga nei mesi a venire. Ricordaci che ogni giorno sono in tanti a portare la loro croce, che di "cirenei" c'è bisogno sempre». Ecco: è come se al posto delle sacre icone che ritmano, in ciascuna delle nostre chiese, il pio esercizio, vi fossero dei monitor accesi sui maggiori siti all-news. Dove le croci non mancano mai.