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Mogli e amori digitali Una sconfitta per tutti

Gigio Rancilio venerdì 13 gennaio 2023
Dave e Traci si sono sposati (anche) nel metaverso. Mentre come esseri umani vivevano davvero la cerimonia in presenza, le loro repliche digitali la ripetevano nel mondo virtuale. Un gioco, una trovata pubblicitaria o una provocazione? Difficile dirlo con certezza. Un po’ come i video usciti in questi giorni su TikTok, dove il programmatore Bryce, utilizzando due potenti sistemi di intelligenza artificiale come ChatGPT e Stable Diffusion 2 , mostra di avere creato una “moglie virtuale” che lo riconosce, gli risponde e reagisce.
Al momento è poco più di un esperimento.
Ma non si tratta solo di un gioco o di un test. Proprio come il matrimonio nel metaverso.
Perché questi segnali ci obbligano a una domanda: quanto l’intelligenza artificiale cambierà ancora di più (visto che social e app lo stanno già facendo) il nostro modo di relazionarci anche negli affetti? Già vent’anni fa, il film S1m0ne con Al Pacino aveva affrontato in qualche modo l’argomento raccontandoci la storia di un regista che con l’aiuto di un programmatore dava vita a una donna virtuale che diventava l’idolo del pubblico, facendo innamorare di lei un sacco di persone. Sembrava fantascienza. Ma da allora siamo andati più avanti. Non penso tanto alle app di incontri (che peraltro stanno cambiando il modo col quale le persone in cerca di una relazione o anche solo di un’avventura si relazionano) quanto alle implicazioni attuali e future legate soprattutto all’intelligenza artificiale e ai mondi virtuali. Il progetto di Bryce e il matrimonio nel metaverso, infatti, non sono casi isolati. Come forse ricorderete, proprio in questa rubrica, ben due anni, fa raccontavamo il caso di Xiaoice. Cioè di un sistema di intelligenza artificiale in grado anche di comprendere le emozioni delle persone con le quali si interfaccia, comportandosi di conseguenza. Attivo in Cina, Giappone e Indonesia, attraverso app di messaggistica (stile WhatsApp, per intenderci) può dialogare con chiunque. Ha le sembianze di una ragazza ed è diventato così brava, anche a percepire lo stato emotivo del suo interlocutore, da essere considerata da milioni di cinesi la «fidanzata ideale». Non solo perché la Cina è l’unico Paese al mondo dove gli uomini sono più delle donne ma soprattutto perché Xiaoice è sempre disponibile ad ascoltarli e a chiacchierare per ore. Anche di temi molto intimi. Lei sa ascoltare. Li supporta sempre e non li contraddice mai. Il lato nascosto è che in questo modo raccoglie ogni giorno milioni di informazioni personali e intime, dandole in pasto ai suoi creatori. La privacy è un tema delicatissimo e importante.
Ma quello di come la tecnologia sta cambiando il nostro modo di vivere gli affetti e la solitudine (in Cina come da noi) non è da meno. Già otto anni fa, lo psichiatra Tonino Cantelmi ci ricordava che «siamo sempre più connessi, più informati, più stimolati ma esistenzialmente sempre più soli». Sappiamo bene che la tecnologia ha fatto tanto per aiutarci a comunicare, soprattutto in questi anni di pandemia. E sappiamo quanto sia utile in tanti aspetti della vita, ma abbiamo anche imparato quanto una larga fetta delle nostre amicizie digitali e dei nostri rapporti mediati dalla tecnologia sia fragile e quanto sia sempre più difficile incontrare davvero gli altri. Siamo sempre più connessi ma anche più fragili e soli. Bisognosi di relazioni e di affetti veri. Se le mogli (e i mariti) e i “fidanzati digitali” avranno sempre più spazi e successo, sarà un fallimento per tutti. © riproduzione riservata