Lezioni dal caso cileno: Chiesa e abusi, se ne parli
Metto in collegamento questi elementi con il ringraziamento che, sul finire della conferenza stampa, monsignor Juan Ignacio González, ha rivolto ai media «per il servizio alla verità» che hanno svolto. Questo tipo di crisi che Chiese di vari Paesi attraversano vanno sempre analizzate tenendo presente il ruolo che in esse svolge l'informazione: quando le vittime scelgono di rendere pubbliche le loro ferite e la loro sofferenza, è perché l'istituzione non ha dato loro ascolto. Così si può sperare che questo ruolo sarà sempre meno centrale quanto più le comunità ecclesiali, anche le più piccole, si educheranno, senza reticenze, a un tale ascolto e in generale si apriranno a conoscere e riconoscere le dinamiche di tali abusi. "Se ne parli" è l'efficace nome di un'associazione di volontariato che nella mia città si occupa di persone coinvolte con la malattia oncologica. L'espressione ha un duplice significato, imperativo e condizionale. Credo che sintetizzi bene anche qualcosa di cui la Chiesa, davanti a queste crisi, ha bisogno.