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La realtà inquieta di Daphne Du Maurier

Goffredo Fofi venerdì 24 novembre 2017
Rileggo con passione un vecchio racconto di Daphne Du Maurier verificando ancora una volta la bravura di questa scrittrice nel rendere il fantastico quotidiano e plausibile, e dunque più inquietante. Come per altre scrittrici (e scrittori) anche su di lei ha pesato e pesa, presso i letterati e gli accademici, il pregiudizio sulla letteratura detta di genere (anche oggi che quasi tutta la letteratura è di genere e mainstream!). La Du Maurier, erede della grande letteratura gotica dell'era vittoriana, ne soffre ancora. Il suo romanzo più celebre, Rebecca, la prima moglie, è un ottimo lavoro, crudele e coinvolgente. Hitchcock fu suo amico e se ne ispirò per tre film, lo stevensoniano La taverna della Giamaica, La prima moglie e infine Gli uccelli, che è il suo capolavoro. Ho riletto il racconto degli uccelli, arricchito dalle illustrazioni del grande Armin Greder, in una raffinata coedizione di Orecchioacerbo e di Else Edizioni (Else è un laboratorio romano che produce bellissimi libri in serigrafia; vedi: elsedizioni.com), ritrovando la differenza dal geniale film hitchcockiano, sceneggiato da un altro grande scrittore "di genere", Ed McBain. Il racconto si svolge in ambiente contadino e costiero e in un cupo dopoguerra inglese ed è minuziosamente realistico, mentre il film non racconta solo l'incubo di una natura che si ribella agli umani (peraltro poco simpatici e molto "americani"), ma gioca su più paure, debitamente ambigue e non dichiarate: i neri uccelli di Hitchcock sono stati interpretati come spettro del black power o del "terzo mondo" in rivolta, o di una meritata punizione divina, non solo della vendetta della natura sugli umani. È questa pluralità di significati a sostenerne un'angoscia concreta e però metafisica, da fine del mondo. La Du Maurier era nipote di Gerald Du Maurier, uno scrittore che con Peter Ibbetson e Trilby stabilì dei modelli di letteratura fantastica (il primo entusiasmò Breton e Bunuel nella traduzione di Queneau, il secondo ha avuto decine di adattamenti e imitazioni, non col nome dell'eroina Trilby ma con quello del suo pigmalione Svengàli) e figlia di George, disegnatore satirico e organizzatore teatrale con James Barrie, l'autore di Peter Pan. Tutta una storia legata all'immaginario di un'epoca lontana, proiettato però verso il nostro tempo e il futuro, poiché Gli uccelli, racconto e film, non hanno perso nulla del loro vigore immaginativo in epoca di paura ecologica.