L'altro giorno in metrò è salita una mendicante. Anziana, piccola, magra, un cappotto scuro. Italiana, direi. Teneva in mano un bicchierino di carta e percorreva il vagone senza guardare nessuno, gli occhi fissi davanti a sé. Una mendicante avventizia, ho pensato: chi lo fa da tempo sa che occorre guardare in volto la gente, per cercare di commuoverla. La sconosciuta invece, i piccoli occhi neri su un brutto colorito, procedeva come un automa. Nessuno le dava una moneta. Possibile, a quell'età, dovere chiedere la carità? Era uno spettacolo struggente, nel metrò quasi vuoto per il Covid, quella vecchia stranita, che in realtà sembrava non aspettarsi niente.
I nuovi poveri si riconoscono, perché non ci sanno fare. Mi sono chiesta: quanto deve costare, la prima volta nella vita che ti trovi a stendere la mano per strada? La prima volta che chiedi, a degli sconosciuti, pietà? A quel pensiero mi è venuto freddo. Quando neghiamo una moneta sappiamo quanto possa costare, domandarla?
Poi sono scesa. Prendere il metrò oggi a Milano fa male, mi sono detta, ma non per il Covid: al cuore, fa male. Gli lascia un segno addosso: come, sul fango, le ruote di un trattore.