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La devozione mariana online tra musica, ChatGpt e Fatima

Guido Mocellin sabato 18 maggio 2024
Superata da poco la metà del mese mariano, si conoscono già le vecchie e le nuove modalità dell’infosfera ecclesiale per alimentare la devozione alla Madonna. Non si contano i riferimenti alle pratiche tradizionali, che “ChurchPop” (bit.ly/4bCe7nm) sintetizza con le consuete, elementari schematizzazioni (sei punti, quattro cartelli): dal semplice «pregare il Rosario ogni giorno» al ben più esigente «consacrarsi alla Vergine». Dal canto suo “Il Bene vincerà” (bit.ly/3yfRtTm) propone il testo e due video su YouTube di un canto mariano processionale tra i più noti, “Mira il tuo popolo”. L’uno, dal canale “Music Time”, ne presenta lo spartito e l’esecuzione per solo organo; l’altro, dal canale dell’organista Michele Angeloro (di cui è il video più popolare), ne riporta l’esecuzione del Concertus Chant. Dettaglio curioso: per guardarlo il mio tablet mi ha proposto, prima, il trailer della terza stagione di “Bridgerton”, serie Netflix ambientata in un’immaginaria corte britannica dei primi dell’Ottocento dai costumi assai poco austeri. Difficile comprendere quali connessioni abbia stabilito l’algoritmo tra il canto mariano e la fiction, a meno di non immaginare che conosca la tesi storica della sacralizzazione della regina Elisabetta I come sostituto anglicano del culto a Maria. È invece un incontro tra il miracoloso e l’intelligenza artificiale generativa quello raccontato, da John Touhey, con molto fervore e qualche distinguo, su “Aleteia” anglofono (bit.ly/4dHtXPk). Sulle orme di un più ponderato studio realizzato negli Stati Uniti, l’autore ha addestrato ChatGpt con le testimonianze oculari del “miracolo del sole” attestato a Fatima nell’ottobre 1917, chiedendo di generare «un’immagine fotorealistica». Le sei ottenute sono molto diverse l’una dall’altra. Riflesso della soggettività delle testimonianze, pur riguardanti lo stesso evento, di certo non possono essere considerate la “fotografia” del miracolo. Touhey ritiene tuttavia che esse siano da apprezzare in quanto «riescono comunque a trasmettere qualcosa della stranezza e della grandiosità dell’evento». La preghiera si serve del pop Sono note, specie nell’area latinoamericana, le commistioni tra la produzione e diffusione online di musica cristiana e l’impegno nella missione digitale. In Italia le cose sono ancora piuttosto distinte; ma è probabile che un pezzo come “Complice a Cana” rappresenti una testimonianza di devozione mariana – se non una catechesi – più efficace di tante altre più consuete. L’ha presentata il 14 maggio, caricandola sul proprio canale YouTube (bit.ly/4dJAnNZ) e sulle principali piattaforme di streaming audio, la band italiana Kantiere Kairòs, fondata nel 2008 da Jo e Gabiele Di Nardo. L’autore è Antonello Armieri (voce e chitarra), mentre per l’occasione al gruppo si è aggiunta, come special guest, la cantante e autrice Dajana (D’Ippolito), approdata alla christian music dopo un percorso significativo che l’aveva portata ai piani alti del pop italiano. Melodia, arrangiamento, canto e testo concorrono con equilibrio a rappresentare una preghiera a Maria intrisa di dolcezza, nella quale ritornano temi come l’aiuto, l’affidamento, il rifugio, fino alla figura, cara a Francesco, della “Madonna che scioglie i nodi”. Da notare: le immagini del video (già avviato verso le 2mila visualizzazioni) non presentano altro, in una forma grafica coerente, che le parole della canzone. Tutti in piazza per Maria Ma torniamo a Fatima: sta riscuotendo interesse nell’infosfera ecclesiale, specie quella anglofona, l’omelia pronunciata dall’arcivescovo di Barcellona, il cardinale Juan José Omella Omella, il 13 maggio, anniversario della prima apparizione mariana. Davanti a 250mila persone, sotto la pioggia, il pastore ha lasciato da parte il testo scritto che aveva preparato e ha parlato a braccio, in spagnolo. “Where Peter Is” ha trascritto in inglese l’omelia (bit.ly/3X2qpBF) attingendo a un video pubblicato sul canale “Vita católica mundial” (bit.ly/3V3RlPZ). «Ci dice innanzitutto di pregare», ha detto il cardinale Omella dopo essersi chiesto il motivo per il quale Maria ha radunato lì quella moltitudine. «La seconda cosa che la Vergine ci ha chiesto – e ci chiede ancora oggi, e ci chiede il Vangelo, e ci chiede Gesù Cristo – è la pace nel mondo. Pregate per la pace», ha proseguito, evocando i tanti Paesi in guerra e gli appelli di papa Francesco. E la terza, dice l’arcivescovo di Barcellona, è la chiamata alla «missione di evangelizzazione». Vincendo il nostro senso di inadeguatezza e le nostre divisioni ecclesiali «per la fiducia nella parola di Gesù e della Vergine». © riproduzione riservata