Intossicazione da eccesso di libri? Si rimedia selezionando le letture
La narrazione, la narratività, le storie sono dovunque e ogni conoscenza, informazione e teoria viene organizzata come racconto perché, si pensa, "altrimenti nella società della comunicazione il messaggio non passa, non buca il video (o la pagina)". Anni fa si decise per esempio di chiamare Grandi Narrazioni (cioè più o meno favole) anche le visioni del mondo o ideologie.
Filippo La Porta (come qualche altro) non ne può più e chiede «sommessamente» al lettore di domandarsi con più chiarezza, per favore, che cosa cerca nei libri. Dall'eccesso di merci e offerte culturali c'è infatti una sola possibile difesa: l'esistenza di lettori autonomi e consapevoli, perché la democrazia letteraria, come quella politica, ha bisogno di "libere coscienze individuali" capaci di selezionare i consumi culturali secondo le proprie più vere esigenze. Nel libro di La Porta ci sono molte altre cose. Si parla di almeno una ventina di scrittori, non solo italiani. Ma la cornice del discorso è questa. Al rischio di intossicazione da letteratura si rimedia con la qualità (selettiva) della lettura.