I presepi che si allestiscono e vengono poi tranquillamente messi via; i presepi cui riserviamo una scadenza determinata (e niente di più); i presepi che si limitano a illustrare l'inoffensiva nostalgia dei simboli: non sono veri presepi, questi. Il presepio siamo noi. È dentro di noi che Gesù nasce. Dentro gesti rivestiti di speranza e di penombra in egual misura. Dentro alle nostre parole e al loro sonnambulo andirivieni. Dentro il riso e l'esitazione. Dentro il dono e nell'attesa. Dentro il vortice e dentro la preghiera. Dentro quello che ancora non abbiamo saputo, o che ancora non abbiamo tentato. È dentro di noi che Gesù nasce. Dentro la gioia e dentro la nudità del tempo. Dentro il calore della casa e nel freddo imprevisto. Dentro la pianura e sui declivi. Dentro la lampada e nel grido. Dentro la sete e nella fonte. Dentro l'adesso, dentro l'eterno. Il contrario di questo, è il Natale fatto solo di commerci. Facile, scampanellante, confuso, prefabbricato. Un Natale da vetrina. Un cumulo di simboli. Lo spirito dei tempi. Dentro di noi però sappiamo, Signore, che non è così. Per essere vero, il Natale non può essere solo questo. Non può servire unicamente a un'emozione sociale, a una giostra di vendite, di acquisti e di scambi. Per essere vero, il Natale deve accadere nel profondo; essere personale, spoglio, solidale, spirituale. Risveglia in noi, Signore, il desiderio di un Natale autentico.