Il mosaico scomposto dei bonus per la maternità
Nella lista dei sostegni alla maternità sono entrati ora il congedo flessibile per la madre, il congedo di 5 giorni obbligatorio per il padre, l'aumento a 1.500 euro del bonus per l'asilo nido, una maggiorazione dell'assegno di natalità (bonus bebè), che vanno ad aggiungersi al premio in gravidanza (bonus "mamma domani") confermato a regime per 800 euro. Va segnalata anche l'uscita dal ventaglio dei bonus, in quanto non rinnovato per il 2019, del voucher per una baby sitter o per un asilo nido accreditato, che sono terminati quindi il 31 dicembre 2018.
Nel mese di gennaio, in vista della prossima scadenza del giorno 31, si aggiungono
altri due sussidi: l'assegno di maternità dei Comuni e l'analogo assegno di maternità dello Stato, entrambi pagati tramite l'Inps. Non va trascurata, inoltre, l'assicurazione infortuni per le casalinghe – anche questa a generale tutela della vita familiare – che spunta dal 2019 il raddoppio del contributo assicurativo che passa da 12,91 a 24 euro l'anno. Infine, non poche Regioni, in particolare del Nord e del Centro Italia, prevedono sussidi economici e altri servizi a tutela della maternità. Al di fuori del Testo Unico sulla maternità e la paternità n. 151 del lontano 2001, peraltro rimaneggiato da successivi decreti e sentenze della Corte Costituzionale, è difficile intravedere un disegno omogeneo tra le diverse opportunità disponibili per la genitorialità e per la famiglia. Si tratta, nel complesso, di provvedimenti che, anno dopo anno, sostanzialmente nascono e muoiono secondo la disponibilità delle risorse finanziarie. Per districarsi oggi nel mosaico indefinito dei sussidi, a meno di acquisire sul campo una faticosa preparazione "fai da te", si rende inevitabile e opportuno per i genitori interessati rivolgersi all'intervento specializzato dei patronati e delle associazioni di categoria.