I conti di Dio
Dobbiamo arrivare a capire che i nostri conti non sono quelli di Dio. I nostri conti sono legati all'immediato e riflettono quanto i nostri occhi riescono a vedere. La visione di Dio abbraccia quello che è lontano: il suo sguardo sensibile salva i figli prodighi, trova le pecore smarrite, scova la moneta che non si sa più dove fosse andata a finire. Nel suo sguardo non traspare soltanto il mondo presente, ma emerge l'infinito e l'eterno. I nostri conti sono, il più delle volte, il frutto delle nostre paure, la proiezione del nostro insufficiente dare e avere, l'incipiente disegno delle nostre previsioni. I conti di Dio non sono così. Essi rispecchiano l'amorevole fiducia che egli riversa, a ogni momento, su ciascuno di noi. Per questo Gesù paragona, nelle sue parabole, la contabilità del Regno alla semina del granello di senape, o al lievito.