L'Istituto della previdenza sociale ha reso noti gli importi delle pensioni del clero in vigore per il 2021. L'assegno minimo mensile è di 515,58 euro lordi e l'importo annuale di 6.702,54 euro. Vengono in sostanza confermati gli importi già in pagamento nel corso del 2020, perché l'Istat non ha registrato scostamenti al costo della vita rispetto alla precedente rilevazione. Restano inoltre immutate le maggiorazioni mensili (dette anche "supplementi" o "quote aggiuntive") che spettano sulla pensione di vecchiaia per ogni anno di contributi versati in più nel Fondo Clero dopo aver superato l'anzianità minima di 20 anni. L'Inps conferma quindi l'importo della singola maggiorazione in 5,96 euro. Ad esempio: con 40 anni di versamenti nel Fondo il sacerdote matura un assegno di 634,78 euro lordi, somma del trattamento minimo più 119,20 euro pari a 20 maggiorazioni. A gennaio la nuova rata è disponibile agli sportelli delle Poste dal giorno 3 mentre nelle banche viene accreditata con valuta dal giorno 5. Tutti gli importi in pagamento nel 2021 sono stabiliti a titolo provvisorio. Sia il trattamento minimo sia le maggiorazioni potranno migliorare col rinnovo dei pagamenti per il 2022, qualora l'andamento del costo della vita, Covid permettendo, presenti favorevoli variazioni.
Errore Inps. Come di consueto, alla circolare annuale sul rinnovo delle pensioni (n. 148/2020) l'Inps allega numerose tabelle riassuntive degli importi e dei criteri applicati nei diverse gestioni previdenziali. In questa occasione l'lstituto indica per il Fondo Clero (Tabella C) che la maggiorazione spetta dopo un minimo di 10 anni, anziché di 20. Nel merito, non si tiene conto che la riforma pensionistica del Fondo (anno 2003) ha modificato il requisito per il minimo contributivo, portandolo da 10 a 20 anni. Per gli effetti la categoria ha subìto la perdita in blocco di 10 maggiorazioni, circa 120 euro, oggi quindi non più dovute. Il disguido genera, in chiunque consulti la tabella, una falsa convinzione sulle rendite del clero. Disattenzione, negligenza, svista? In ogni caso inaccettabile. Lo stesso errore era stato commesso in passato più volte e solo dal 2017 risulta opportunamente corretto. È auspicabile quindi l'emanazione di una nota correttiva dell'Inps e con pari diffusione della circolare di rinnovo delle pensioni.