«Abbiamo raccolto tra i social e su internet le voci più belle e significative che testimoniano l’impegno e la prospettiva di speranza nel tempo del Coronavirus». Parole di Vincenzo Morgante, direttore di Tv2000, per presentare il nuovo programma, Rete di speranza – La Chiesa al tempo della pandemia, in onda sull’emittente cattolica tutti i giorni alle 19,30 dal martedì al venerdì. Parole che confermano quello che dicevamo appena ieri circa la tv che si rimodella per necessità sul linguaggio del web. Parole, però, che confermano anche come le comunità cristiane stiano attuando tutte le forme relazionali possibili sfruttando con fantasia gli strumenti di comunicazione: quelli virtuali come Facebook, Whatsapp o YouTube, ma anche quelli materiali come la cima di un campanile o un’ape car. Piccoli fatti, novità assoluta dal punto di vista ecclesiale, che insieme ai grandi eventi come la preghiera e la benedizione del Papa in Piazza San Pietro testimoniano che la Chiesa sta tornando a essere punto di riferimento per molti, non solo per i cosiddetti praticanti. Lo dimostrano anche, oltre alla scelta di lanciare un programma del genere in questo momento, gli ascolti notevoli che Tv2000 sta registrando con le Messe, i Rosari e più in generale con tutta la programmazione. Un successo di cui l’emittente avrebbe fatto volentieri a meno, ma che adesso va comunque registrato e accolto con soddisfazione proprio perché dietro c’è la riscoperta dei valori che contano e la ricerca di essenziale, che si coglie anche scenograficamente nell’essenzialità dello studio televisivo vuoto che Gennaro Ferrara (autore del programma insieme a Dario Quarta e volto noto di Tv2000 soprattutto per Il diario di Papa Francesco) è chiamato a gestire da solo (e non è poco) con la sola compagnia dello schermo dove compare l’ospite di turno in collegamento Skype o appaiono le immagini pescate nei social, che sfruttano un linguaggio molto vicino ai giovani, ma che una volta trasferito in televisione diventa accessibile anche ai meno avvezzi alle nuove tecnologie, in particolare agli anziani. Alla fine questa contaminazione tra web e tv si rivela positiva anche perché consente di arrivare in qualche modo a tutti.