Claudio de Castro, 65 anni, di Panama, è un prolifico «scrittore [ed editore] cattolico contemporaneo» (così si presenta online) che promuove i suoi libri, autopubblicati, prevalentemente con gli strumenti che la Rete gli mette a disposizione: un sito personale (
bit.ly/42UKry6), i social network e soprattutto Amazon. «Volevo scrivere libri che toccassero la vita. Così è cominciato tutto...» spiega sull’home page alludendo alla sua produzione di testi cartacei ed ebook, che alternano temi di spiritualità, di formazione e di devozione. A parte i libri, lo si può leggere su Aleteia edizione ispanofona, di cui è collaboratore abituale. Qui mi incuriosisce un suo recente post dal titolo «Come è stata la tua Quaresima? Un aiuto per valutarla» (
bit.ly/3zkuJPs). Noto subito che, malgrado l’autore sia un boomer, il suo articolo è pieno di riferimenti all’ambiente digitale. Inizia riportando le risposte di Google alla domanda «a che cosa serve la Quaresima» e prosegue raccontando di come, facendo shopping con la moglie, abbia potuto toccare con mano la familiarità e il calore di chi lo legge sul web: «Io vi racconto la mia vita di fede, la mia ricerca di Dio, dalla mia casa di Panama e voi mi scrivete nei commenti o mi mandate e-mail da cui imparo molto. Credetemi, leggo tutto quello che mi scrivete». E quando, nella seconda parte, passa a raccontare le difficoltà che ha attraversato in questa Quaresima, i riferimenti digitali continuano: parla dei troll che gli hanno invaso l’account Twitter e di un’avaria del suo computer portatile, «il mio strumento di lavoro come scrittore cattolico», oltre che di un guasto all’automobile e di altri non meglio definiti contrattempi. Sulle prime questi esempi mi sorprendono: davvero un po’ di ordinari guai quotidiani possono essere vissuti come «grandi prove», «potature» quaresimali di Dio? Poi mi dico che, nella futilità di questi casi, de Castro confessa semplicemente la debolezza della sua (e nostra) vita e la conseguente fatica ad accordare il tempo liturgico con il tempo profano. «Devo dirvi la verità? Queste potature non mi piacciono, ma le accetto nella mia umiltà», conclude infatti l’autore, prima di dare un ultimo riferimento digitale: «Ma come sta andando la vostra Quaresima? Ditemi... siete riusciti a crescere in santità? Se lo desiderate, potete scrivermi. Vi lascio la mia e-mail personale...».
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