Il calcio è una cosa tremendamente seria. Almeno così la pensano in molti. È difficile scherzarci su. Eppure la televisione ci prova da tempo, anzi: scherzando sul gioco più popolare del mondo sono nati dei programmi cult come Quelli che il calcio e Mai dire gol. Ma trovare la via di mezzo, smitizzando, com'è giusto che sia, uno sport che più che altro è un fenomeno sociale e al tempo stesso parlarne seriamente, non è facile. Chi ci sta provando, dalla notte tra lunedì e martedì, è Piero Chiambretti approdato alla guida di Tiki Taka («Mi avete riconosciuto sono Paola Ferrari») in onda su Italia 1 dalle 23,40 alle 1,30. Del resto, lui stesso, con il suo abbigliamento da omino (nel senso di giacca e cravatta e non della statura) e al contempo la battuta feroce, che conferma che l'abito non fa il monaco, è un mix tra il comico sarcastico e il bravo conduttore, in un ruolo in cui è recidivo per aver condotto su Rai 3 nella lontana stagione 1989-90 (come si ricordava nell'intervista di Massimiliano Castellani domenica scorsa su queste pagine) Prove tecniche di trasmissione, uno dei primi programmi a tentare di dissacrare il calcio per renderlo più umano. E ora ci riprova, anche se tante cose nel Tiki Taka post Pierluigi Pardo vanno messe a punto. Il neo conduttore si muove come sempre con disinvoltura, ma gestire una decina di ospiti in studio (sette a ridosso e tre a distanza) più altrettanti o quasi in collegamento audiovideo, non sempre è facile («Parlate solo tre per volta se ci riuscite»), soprattutto se anche lui parla molto e gli argomenti sono tanti. Non a caso, almeno per la prima puntata, Chiambretti è ricorso a un auricolare con il quale non è andato molto d'accordo. Ma come dice lui «il pallone è rotondo e la testa è quadrata» per cui i bla bla sul calcio possono andare avanti, magari rintracciando un allenatore come Alberto Malesani, che di parole a suo tempo ne ha dette fin troppe, sia pure con la schiettezza del pane al pane e vino al vino come quello che adesso produce in altri campi. Intanto, in attesa della prova d'appello, il siparietto dei saluti finali, con una battuta di Chiambretti per ciascuno degli ospiti, non è stato niente male. E poi a quell'ora va bene tutto.