Lontani dal mondo per portare Dio al mondo, in comunione con la comunità dei credenti: è questo da sempre il significato autentico della scelta operata dagli eremiti. Ancora oggi essi sono il segno di un’alterità che ci ricorda l’origine divina della vita e il perdurare nel tempo dell’amore di Dio. Tra i testimoni di santità che scelsero per sé la vita eremitica c’è sant’Aldo, religioso secondo lo stile dei monaci di san Colombano. Le notizie biografiche si sono perse nei secoli, ma di fatto Aldo rimane l’icona della vocazione di ogni cristiano. L’esistenza, infatti, è un percorso alla scoperta di quel Dio che vive in ogni anfratto della vita: sta a noi saperci mettere in ascolto superando tutti i “rumori di fondo” della nostra frenetica quotidianità, aprendoci proprio a quell’Infinito Altro che è la radice di tutto. Per la tradizione Aldo, vissuto in un tempo imprecisato tra l’VIII e l’XI secolo, era un carbonaio, che aderì al monachesimo nella forma portata a Bobbio dall’irlandese Colombano: una vita ritirata nella propria “cella”, momenti comunitari e un lavoro per potersi sostenere. Tra lavoro e preghiera, coniugando la tradizione monastica benedettina con quella portata dai missionari giunti dall’Irlanda, Aldo divenne testimone di santità in mezzo ai suoi contemporanei. Alla morte, unico dato storico certo, fu sepolto a Pavia, prima nella cappella di San Colombano e poi presso la basilica di San Michele.
Altri santi. San Pietro Orseolo, monaco (928-987); sant’Agatone, papa dal 678 al 681.
Letture. Romano. Sam 3,1-10.19-20; Sal 39; Mc 1,29-39.
Ambrosiano. Sir 43,9-18; Sal 103 (104); Mc 1,21-34.
t.me/santoavvenire
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