La catechesi. Il Papa: omelie brevi, se no la gente si addormenta
Papa Francesco sorridente durante l'udienza generale
Le omelie devono essere brevi, massimo di otto minuti, «altrimenti la gente si addormenta e ha ragione». E ciascuno dovrebbe sempre avere con sé un Vangelo tascabile in modo da poterne leggere un brano ogni giorno, questo «è importante per la vita». Lo ha ribadito Papa Francesco nel corso dell’Udienza Generale di questa mattina in Piazza San Pietro, rinnovando l’appello per la pace nella «martoriata Ucraina», in Israele e Palestina, in Myanmar.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il nuovo ciclo di catechesi “Lo Spirito e la Sposa. Lo Spirito Santo guida il popolo di Dio incontro a Gesù nostra speranza”, ha incentrato la sua riflessione sul tema «Tutta la Scrittura è ispirata da Dio». Conoscere l’amore di Dio dalle parole di Dio.
Nella catechesi Francesco ha approfondito la dottrina dell’ispirazione divina della Scrittura, quella che proclamiamo come articolo di fede nel Credo, quando diciamo che lo Spirito Santo «ha parlato per mezzo dei profeti». Infatti lo Spirito Santo, «che ha ispirato le Scritture, è anche Colui che le spiega e le rende perennemente vive e attive». «Può capitare, infatti, - ha spiegato il Papa - che un certo passo della Scrittura, che abbiamo letto tante volte senza particolare emozione, un giorno lo leggiamo in un clima di fede e di preghiera, e allora quel testo improvvisamente si illumina, ci parla, proietta luce su un problema che stiamo vivendo, rende chiara la volontà di Dio per noi in una certa situazione. A che cosa è dovuto questo cambiamento, se non a una illuminazione dello Spirito Santo? Le parole della Scrittura, sotto l’azione dello Spirito, diventano luminose».
La Chiesa, ha ricordato il Papa, «si nutre della lettura spirituale della Sacra Scrittura, cioè della lettura fatta sotto la guida dello Spirito Santo che l’ha ispirata». E «al suo centro, come un faro che illumina tutto, c’è l’evento della morte e risurrezione di Cristo, che compie il disegno di salvezza, realizza tutte le figure e le profezie, svela tutti i misteri nascosti e offre la vera chiave di lettura dell’intera Bibbia». E la Chiesa, Sposa di Cristo, «è l’interprete autorizzata del testo ispirato, la mediatrice della sua proclamazione autentica». E quindi è «suo compito aiutare i fedeli e quanti cercano la verità a interpretare in modo corretto i testi biblici».Francesco ha ricordato che «un modo di fare la lettura spirituale della Parola di Dio è la pratica della lectio divina», che «consiste nel dedicare un tempo della giornata alla lettura personale e meditativa di un brano della Scrittura».
Da qui la raccomandazione ad avere sempre con sé un Vangelo tascabile a portata di mano: «Portatelo nella borsa, nelle tasche, e così quando siete in viaggio, quando siete un po' libero, lo prendi e leggi qualcosa. Questo è molto importante per la vita. Prendete un Vangelo tascabile e durante la giornata leggetelo, una, due volte, quando capita».
Il Papa ha sottolineato che comunque la lettura spirituale «per eccellenza della Scrittura è quella comunitaria che si fa nella Liturgia e in particolare nella Santa Messa». Con l’omelia che «deve aiutare a trasferire la Parola di Dio dal libro alla vita». «Per questo – ha aggiunto - deve essere breve. Non deve andare oltre gli otto minuti perché dopo si perde attenzione e la gente si addormenta e ha ragione. Questo voglio dire ai preti che parlano tanto e non si capisce di cosa parlano. Non più di otto minuti!».
Al termine dell’Udienza il Papa ha salutato i fedeli. E rivolgendo «un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana», ha citato in particolare «monsignor Ambrogio Spreafico con i fedeli della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, che celebrano il 1500° anniversario della morte del Santo Pontefice Ormisda, patrono della città di Frosinone». E poi «la “Volley Academy Piacenza” che si impegna a promuovere un ambiente sportivo sicuro, in collaborazione con il servizio diocesano per la tutela dei minori; e i partecipanti al Foro Accademico Sociale e Lavorativo dell’Industria dell’Energia, promosso da Scholas Occurrentes».
«Domani – ha quindi ricordato Francesco - celebreremo la memoria liturgica di sant’Antonio di Padova, sacerdote e dottore della Chiesa. L’esempio di questo insigne predicatore, protettore dei poveri e dei sofferenti, susciti in ciascuno il desiderio di proseguire il cammino della fede e imitare la sua vita, diventando così testimoni credibili del Vangelo».
Infine l’accorato appello per la pace: «Non dimentichiamo la martoriata Ucraina. Non dimentichiamo Palestina, Israele. Non dimentichiamo il Myanmar e tanti Paesi che sono in guerra. Preghiamo per la pace. Oggi ci vuole la pace. La guerra sempre, dal primo giorno, è una sconfitta. Preghiamo per la pace. Che il Signore ci dia la forza di lottare sempre per la pace».