Il viaggio. Il Papa è in Mozambico, lo scambio di battute con i giornalisti
Il Papa riceve gli onori militari, appena atterrato a Maputo (foto Mimmo Muolo)
Alle 18.10 papa Francesco è atterrato a Maputo, capitale del Mozambico, prima tappa di un viaggio - il 31.mo del Pontificato - che in 6 giorni lo porterà anche in Madagascar e Isole Mauritius. Molto festosa l'accoglienza, con danze e canti tipici, ma senza discorsi ufficiali. Ai piedi dell'airbus Alitalia, il Pontefice ha trovato ad attenderlo il capo dello Stato, Felipe Nyusi, e i vescovi locali, con i quali si è intrattenuto per diversi minuti in una atmosfera cordiale e gioiosa, prima di prendere l'auto con cui raggiungerà la nunziatura di Maputo, sua residenza in questi giorni. In particolare il Pontefice si è fermato quasi un quarto d'ora a osservare con molto interesse le danze tribali eseguite in suo onore da un gruppo locale in vesti tradizionali.
Lo scambio di battute con i giornalisti
In aereo, durante il volo durato 10 ore, interessante scambio di battute con i giornalisti. Innanzitutto Francesco si è augurato che «questo viaggio un po' lungo dia dei frutti». Quindi, notando l'assenza della decana dei viaggi papali (oltre 150 all'attivo), Valentina Alazraki di Televisa (Messico), ne ha però lodato l'ultima fatica letteraria. Un volume sulle donne maltrattate, che il Papa definisce «un gioiello per far capire il dolore e lo sfruttamento delle donne al giorno d'oggi». «Ringrazio Valentina per questo lavoro che ha fatto. Un bel libro», commenta.
Anche di un altro libro si è parlato. Quello fresco di stampa (esce oggi in Francia) che gli ha regalato l'inviato de La Croix, Nicolas Séneze, durante l'ormai consueto giro di saluti individuali. Nel testo che si intitola Come l'America vuole cambiare Papa l'autore sostiene che le accuse dell'ex nunzio Carlo Maria Viganò erano in realtà un tentativo della destra conservatrice americana di costringere il Pontefice alle dimissioni. Fallito il quale, ora gli sforzi sarebbero concentrati sul conclave (quando sarà), affinché non passi un altro candidato della linea cosiddetta “bergogliana”. Francesco ha ascoltato incuriosito il riassunto che Séneze gli ha fatto del libro (di cui, ha ammesso, aveva già sentito parlare da alcune anticipazioni di stampa) e alla fine ha commentato con ironia: «È un onore per me essere attaccato dagli americani». Poi volgendosi verso i collaboratori per consegnar loro il libro, ha aggiunto: «Questa è una bomba».
In pochi minuti l'episodio ha fatto il giro dell'aereo, suscitando come è comprensibile notevole interesse specie tra i giornalisti statunitensi. Ma a strettissimo giro il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, è ritornato nella zona riservata ai giornalisti, rilasciando una dichiarazione che chiude sul nascere ogni possibile speculazione. «In un contesto informale – ha chiarito il portavoce – il Papa ha voluto dire che considera sempre un onore le critiche, particolarmente quando vengono da pensatori autorevoli, e in questo caso di una nazione importante».
Nel dialogo con i giornalisti c'è stato anche spazio per un pensiero alla Cina («mi piacerebbe visitarla», la conferma del Pontefice), per un invito a pregare per le vittime dell'uragano che ha colpito le Bahamas e infine per gli auguri all'agenzia spagnola di stampa Efe, che compie 80 anni. All'inviata, Cristina Cabrejas, il Papa promette: «Nella conferenza stampa del ritorno potrai farmi due domande». Applausi, sorrisi e un nuovo «buon viaggio» hanno concluso l'incontro.
TUTTE LE TAPPE DEL VIAGGIO di Mimmo Muolo
Il viaggio entrerà nel vivo domani con la visita di cortesia al Presidente, l’incontro con le autorità civile e il Corpo diplomatico, l’incontro interreligioso con i giovani. Nel pomeriggio vedrà vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, consacrati, seminaristi, catechisti ed animatori e visiterà la Casa “Matteo 25” che assiste giovani e bambini di strada.
COME SEGUIRE IL VIAGGIO IN TELEVISIONE
Questa mattina, alle 7, prima di lasciare Casa Santa Marta per recarsi all’aeroporto, il Santo Padre aveva incontrato circa 12 persone accolte dal Centro Astalli e dalla Comunità di Sant’Egidio e provenienti da Mozambico, Madagascar e Maurizio. Il gruppo era accompagnato dall’Elemosiniere, cardinale Konrad Krajewski.
Sempre questa mattina, in un tweet, Francesco ha invitato tutti a unirsi alla sua preghiera «perché Dio, Padre di tutti, consolidi in tutta l'Africa, la riconciliazione fraterna, unica speranza per una pace solida e duratura».