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Il testo. Città vecchia: la poesia di Saba citata dal Papa

Redazione Catholica domenica 7 luglio 2024

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Un vicolo malfamato, una poesia, Dio che si fa presente negli ultimi: sono i tre elementi legati alla citazione di Umberto Saba che papa Francesco ha inserito nella sua omelia tenuta durante la Messa in piazza Unità d'Italia a Trieste. «Un poeta di questa città - ha detto il Pontefice -, descrivendo in una lirica il suo abituale ritorno a casa di sera, afferma di attraversare una via un po' oscura, un luogo di degrado dove gli uomini e le merci del porto sono “detriti”, cioè scarti dell’umanità; eppure proprio qui – egli scrive– "io ritrovo, passando, l’infinito nell’umiltà", perché la prostituta e il marinaio, la donna che litiga e il soldato, "sono tutte creature della vita e del dolore; s’agita in esse, come in me, il Signore". Questo, non dimentichiamolo - ha aggiunto: Dio si nasconde negli angoli scuri della vita e delle nostre città, la sua presenza si svela proprio nei volti scavati dalla sofferenza e laddove sembra trionfare il degrado. L’infinito di Dio si cela nella miseria umana, il Signore si agita e si rende presenza amica proprio nella carne ferita degli ultimi, dei dimenticati e degli scartati».

Il riferimento è alla poesia «Città vecchia», che nella prima edizione del «Canzoniere», quella del 1921, nella sezione dedicata alla città di Trieste dal titolo Trieste e una donna (1910-1912). Ecco il testo del poema.


Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.

Qui tra la gente che viene che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.

Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.

Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.