Dopo l'Angelus. Appello del Papa per la Siria: si rischia una catastrofe umanitaria
La preoccupazione di Papa Francesco per quanto sta avvenendo in Siria è molto forte. Dopo la preghiera dell’Angelus, il Pontefice ha ricordato le “notizie inquietanti” che vengono da quell’area, paventando il rischio di “una possibile catastrofe umanitaria”. Pertanto l’invito è a tutti gli attori coinvolti di non lesinare alcuno sforzo soprattutto per salvaguardare la vita di persone innocenti.
«Fa dolore, spirano ancora venti di guerra e giungono notizie inquietanti sui rischi di una possibile catastrofe umanitaria nell’amata Siria, nella Provincia di Idlib. Rinnovo il mio accorato appello alla Comunità internazionale e a tutti gli attori coinvolti ad avvalersi degli strumenti della diplomazia, del dialogo e dei negoziati, nel rispetto del Diritto umanitario internazionale e per salvaguardare le vite dei civili»
L'esercito di Damasco è pronto all'offensiva sulla provincia di Idlib, dopo che da settimane è ammassato ai suoi confini. Il presidente siriano Bashar Assad ne rivuole il controllo, dopo che è rimasta l'ultima zona in mano ai ribelli. A controllarla è in gran parte l'alleanza jihadista Hayat Tahrir al-Sham, costituita dall'ex Fronte al-Nusra legato ad al-Qaeda. Nella zona sono stati trasferiti i ribelli evacuati da tutte le altre zone 'riconquistate', con le loro famiglie, e da varie parti arrivano gli allarmi per il timore di "una catastrofe umanitaria".
Usa, Francia e Regno Unito hanno minacciato di rispondere, in caso di uso di armi chimiche su Idlib da parte dell regime.
Sembra difficile che Damasco e Mosca possano fare marcia indietro. Mercoledì il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, si è detto "profondamente preoccupato per i crescenti rischi di una catastrofe umanitaria". Oggi identico allarme è da papa Francesco, nell'Angelus: "Spirano ancora venti di guerra e giungono notizie inquietanti sui rischi di una possibile catastrofe umanitaria in Siria". Ha aggiunto: "Rinnovo il mio accorato appello alla comunità internazionale e a tutti gli attori coinvolti ad avvalersi degli strumenti della diplomazia, del dialogo e dei negoziati, nel rispetto del diritto umanitario internazionale e per salvaguardare le vite dei civili".